Sul palco il martire in Cina

Dedicato a «Santo Francesco Fogolla, un martire in Cina». È il dramma sacro in scena in prima nazionale nel borgo bizantino di Filetto, a Villafranca in Lunigiana, il 21-22 e 23 agosto (prenotazioni al 0585/040574). Patrocinato dal Ministero per i beni e le attività culturali e dalle Diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, inserito nel progetto culturale della Cei, è un raffinato azzardo eclettico da testarsi in questa terra aspra che nel 1839 diede i natali al santo.
Francescano e missionario, Fogolla sceglie la Cina da cui scrive migliaia di lettere che il nipote Luigi Lanzi riordina. Materiale prezioso che il regista Pierpaolo Poggi trasforma in piece e modula su una traccia fresca che è carne viva. Con un Giorgio Gobbi entusiasta nel vestire i panni del santo: «perché coincide con un momento particolare della mia vita - insiste l'attore - Ho riscoperto la fede e sto lavorando per questo». Un'operazione teatrale che sintetizza valori condivisi: «Il messaggio supera le ideologie e punta i cuori - ci tiene a sottolineare la direttrice artistica Paola Mallegni - L'impianto resta quello del dramma sacro, ma c'è commistione di linguaggi e stili. Al monologare s'intrecciano canto, danza, video, e un mimo, l'elemento neutrale capace di decantare in testimonianza».
Un progetto artistico potente, che tira dentro fedeli e non. Anacronistico? «Affatto. I santi prima di tutto sono uomini. E lo spettacolo è davvero godibile e fruibile da tutti». Lanzi schizza la vita «teatrale» di Fogolla, «non mistico ma uomo d'azione». Muore trucidato a colpi di spada dai boxers e lascia i chilometri viaggiati tra quei suoi poveri. Oggi l'idea coraggiosa di riproporlo dentro il progetto più ampio di «Uomini per altri uomini, i Santi testimoni d'amore», una produzione a cura dell'associazione Arts Village e Portrait Content Factory di Massa. Obiettivo? «Dare voce a testimonianze straordinarie con un dramma sacro rivisitato in chiave moderna» spiega Mallegni. Sette quadri scenici per 40 anni di vita del santo canonizzato da Giovanni Paolo II. Atmosfere della Cina fine '800, azioni che scavano l'anima e la fermano su ciak di pasoliniana memoria. «Dramma di assoluta attualità - commenta l'on. Lucio Barani, sindaco di Villafranca - A Filetto va in scena la vita di un nostro santo vissuto in una Cina in cui problemi di allora sui diritti umani restano immutati».

Poi l'annuncio: «Il ministro Bondi invierà degli osservatori per valutare se inserire il dramma in un progetto di arte sacra e popolare da circuitare nei teatri d'Italia. Procedura un po' diversa da quella adottata in passato dalla sinistra».

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