Gian Maria De Francesco
da Roma
La Cassa depositi e prestiti (Cdp) regala un maxi dividendo al Tesoro e alle Fondazioni azioniste. Il balzo del 224% su base annua dellutile netto 2005 a 927,6 milioni di euro consentirà allistituto guidato da Salvatore Rebecchini di di distribuire 560 milioni a Via XX Settembre e 240 milioni agli enti di derivazione bancaria. Il dividendo unitario proposto è infatti passato dagli 0,775 euro del 2004 ai 2,286 euro.
«Il risultato lusinghiero - ha spiegato il presidente Salvatore Rebecchini - difficilmente sarà replicabile questanno». Sullutile netto, infatti, hanno inciso favorevolmente gli anticipi dei dividendi Enel ed Eni, che hanno pesato per 300 milioni sui 925,6 milioni del totale della voce. Da non trascurare che il prossimo passaggio agli Ias avrà un ulteriore effetto positivo sulla voce immobilizzazioni: i circa 14 miliardi di partecipazioni sono attualmente valutati al costo, circa il 40% in meno delle quotazioni di mercato.
La remunerazione degli azionisti non ha impedito il contestuale rafforzamento patrimoniale della Cdp. Con laccantonamento di circa 600 milioni al Fondo rischi bancari generali il patrimonio dellistituto «si avvicina ai 5 miliardi di euro», ha sottolineato Rebecchini. Allo stesso modo, segnali positivi sono giunti dal core business dei finanziamenti pubblici che nel 2005 si sono attestati a 14,347 miliardi (più 52%). Il Roe, invece, è salito al 21,2% dall8,1% del 2004.
Ancora situazione di stand by, invece, per quanto riguarda il caso Terna. La Cdp sta tuttora valutando un eventuale ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio, che lo scorso febbraio ha respinto il ricorso contro la decisione dellAntitrust di dare un via libera condizionato allacquisto del 29,9% di Terna da Enel.
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