
Al timone della Camera di commercio di Milano dal 1997 ha attraversato delle fasi «epocali», come l'Expo 2015, quando garantì sostegno all'allora commissario Beppe Sala e la barra dritta della «squadra» anche quando scattavano le inchieste, o nel 2020 l'emergenza Covid con il mondo (anche commerciali) in lockdown. Nel 2022 è stato ancora eletto all'unanimità per mettere a terra l'accorpamento di tre Camere, quella di Milano che si univa a quelle di Lodi e Monza e Brianza, una rivoluzione. Ora Carlo Sangalli è pronto a cedere il passo, tra marzo e aprile lascerà la guida (solo) della Camera di commercio (CCIA), non certo quella di Confcommercio. É tempo del tagliando di metà mandato che lui stesso, ricordano dall'organizzazione, aveva chiesto nel 2022 quando accettò di proseguire nell'incarico, proprio perchè risultava la figura di garanzia per portare a compimento l'accorpamento - non facile - delle tre Camere - effetto della riforma Renzi del 2017 - e la sua capacità di garantire equilibrio è stata confermata allora dal voto all'unanimità del Consiglio. Aveva accettato di proseguire l'incarico, nonostante gli impegni nazionali, con l'intesa di cedere il passo a metà mandato a un presidente espressione dell'altro socio di «maggioranza», Assolombarda, secondo per numero di iscritti e valore aggiunto. In pole position per la successione ci sarebbe proprio il presidente degli industriali lombardi Alessandro Spada visto che il mandato è in scadenza nel 2025, anche se da via Pantano al momento non confermano.
«Condivisione di tutto il sistema imprenditoriale», «unitarietà» sul nome del presidente e «equilibrio» nel garantire che tutto il mondo delle categorie fosse rappresentato» sono i tre principi fondamentali che Sangalli ha chiesto nel 2022 per accettare il rinnovo e che vuole che siano ancora rispettati prima di cedere il passo.
La Camera di Commercio è composta da 25 seggi consiliari, per legge uno a testa sono assegnati a sindacati, consumatori e liberi professionisti. Gli altri 22 sono suddivisi tra rappresentanti dell'industria, agricoltura, commercio, turismo, imprese..Per la prima volta ad esempio è entrato a fare parte dell'apparentamento il mondo artigianale. É qui si intuisce che c'è un braccio di ferro in corso, perchè il cambio di presidenza dovrà spostare e riequilibrare i pesi anche in Consiglio, Confcommercio aveva ceduto due posti riservati al settore dei servizi per aprire ai nuovi settore, ora si aspetta di recuperare. Anche se la soluzione potrebbe passare anche da un «tagliando» interno alla giunta, o sui nomi dei membri che la Camera esprime in altri enti partecipati (come Fondazione Fiera che è in fase di rinnovo). Ma «equilibrio» e «rappresentanza di tutti i mondi» sono i mantra e da lì passa pure la garanzia che il prossimo presidente parta, come Sangalli, con un voto all'unanimità e non in salita.
Sangalli, 88 anni, come si diceva ha
affrontato sotto la lunga presidenza la crisi economica del 2008, il terremoto (e poi il successo) di Expo 2015, la pandemia con la battaglia per i ristori alle imprese, il cambio radicale dell'accorpamento delle Camere.
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