Il governo Monti vuole fare marcia indietro sulla "tassa sui permessi di soggiorno", previsto in un decreto dell’ottobre 2011 a firma Tremonti-Maroni, che varia dalle 80 alle 200 euro in base al periodo di permanenza. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, "hanno deciso di avviare una approfondita riflessione e attenta valutazione sul contributo per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno degli immigrati regolarmente presenti in Italia, previsto da un decreto del 6 ottobre 2011 che entrerà in vigore a fine gennaio". Lo fa sapere, con una nota, il Viminale.
In particolare, si legge, "in un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, c’è da verificare se la sua applicazione possa essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suo nucleo familiare".
La Lega subito si arrabbia
A stretto giro di posta arriva la reazione della Lega. "Vigileremo - scrive in una nota il vicepresidente dei senatori della Lega Nord Sandro Mazzatorta - affinché il governo non elimini il contributo richiesto ai richiedenti il permesso di soggiorno, un contributo dovuto vista la mole di lavoro amministrativo che la pubblica amministrazione deve fare per rilasciare il titolo di soggiorno o per rinnovarlo". "In altri paesi sia europei che extraeuropei il contributo richiesto agli extracomunitari per il rilascio dei permessi di soggiorno è ben superiore al contributo richiesto in forza del decreto del ministro Tremonti e del ministro Maroni", ha assicurato. In Francia, per esempio, "il rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro costa all’extracomunitario oltre 1600 euro", ha riferito. "Se il governo Monti modificasse questa norma calerebbe definitivamente la maschera sulla volontà tutta politica di ribaltare i risultati in tema di politiche sull’immigrazione raggiunti dal governo scelto dagli elettori nel 2008", ha proseguito, "e la nostra reazione sarebbe adeguata".
Maroni: non si azzardino a farlo
"Il governo vuole cancellare il mio decreto sul permesso di soggiorno a pagamento - scrive sul suo profilo Facebook l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni -. Io dico alla ministra Cancellieri di non azzardarsi a farlo, sarebbe un atto di vera e propria discriminazione nei confronti dei cittadini padani e italiani, un attacco ai diritti di chi lavora e paga la crisi che la Lega non può accettare".
Le altre reazioni politiche
Oltre alla Lega contro le intenzioni dei due ministri insorge anche il Pdl, che a differenza del Carroccio sostiene il governo. Secco il commento del capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri: "Le nuove norme sono giuste e non vanno toccate". Il vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini, parla di "razzismo al contrario". Il vicecapogruppo alla Camera, Osvaldo Napoli: "Così Monti rischia di deragliare: immigrazione e costi della politica sono materie dei gruppi parlamentari non del governo". Dall’altro lato esulta l’ex opposizione. "Bene", dice Livia Turco del Pd, che però suggerisce al governo di andare oltre e "abolire" la tassa "in modo da far pagare agli immigrati quello che pagano gli italiani per il disbrigo delle normali pratiche burocratiche". Analoga richiesta da parte dell’Idv, che attacca duramente la Lega. Fabio Granata del Fli spera che ora "si potrà andare avanti anche sulla formulazione di nuove norme per la cittadinanza". L'Udc, attraverso il capogruppo al Senato, Giampiero D’Alia, definisce saggia la scelta del governo contro i "rigurgiti di razzismo della Lega". Paola Binetti (Udc) rincara la dose: "No a una tassa vessatoria e ingiusta".
Cgil: la tassa è un'ingiusta vessazione
"Grande preoccupazione e forte dissenso per l’aumento dei costi per il rinnovo dei permessi di soggiorno: un’ingiusta vessazione". Così il presidente del patronato Inca Cgil, Morena Piccinini, in merito all’entrata in vigore a fine mese della sovrattassa da 80 a 200 euro per i permessi e la carta di soggiorno degli immigrati.
Per la Piccinini "il provvedimento che istituisce il contributo, sopravvissuto al cambio di governo, aumenta in misura esponenziale i costi che sostengono i lavoratori stranieri e le loro famiglie che già contribuiscono con il loro lavoro, le imposte e i contributi al fabbisogno economico del paese".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.