"Tassare gli affitti al 20% conviene a tutti"

Il presiente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani: "L'approvazione della cedolare secca è scontata, non pesa sul gettito. Ma va fatta ora"

"Tassare gli affitti al 20% conviene a tutti"

Fari puntati sul mattone: sull’investimento più amato dagli italiani si allunga l’ombra della patrimoniale, più o meno straordinaria, mentre appare ancora lontano il debutto della nuova e più favorevole tassa sugli affitti, la cosiddetta cedolare secca. Il perché lo chiediamo a Corrado Sforza Fogliani, presidente della Confedilizia.

Cominciamo dalla cedolare secca, che doveva partire dal primo gennaio: che fine ha fatto?
«In realtà, salvo incidenti parlamentari, la sua approvazione è scontata. Anche perché sono state superate le perplessità in merito alla copertura: come ha spiegato Fabrizia Pecorella, direttore generale delle Finanze, infatti, non ci saranno perdite di gettito fino al 2013, e nel 2014 il problema sarà superato grazie alla nuova imposta comunale prevista dal federalismo fiscale».

E come risponde a chi sostiene che sia un regalo ai ricchi?
«Non è vero, e lo dimostrano proprio i dati forniti dalle Finanze. In realtà, l’87% dei redditi da locazione riguarda contribuenti che si collocano tra 28mila e 55mila euro di reddito complessivo, direi quindi su un livello medio, non certo dei Paperoni: a superare i 75mila euro di reddito è solo il 7% dei proprietari di case in affitto».

Allora qual è il problema?
«In realtà, i problemi sono di natura politica. La commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo, presieduta dal senatore La Loggia, è praticamente paralizzata dalla sostanziale parità tra maggioranza e opposizione: anche se, in realtà, sulla cedolare secca sono d’accordo tutti, anzi proprio il finiano Baldassarri è tra i più decisi sostenitori».

E come si può superare l’impasse?
«C’è una sola strada, a nostro avviso, ed è quella che abbiamo suggerito al ministro Tremonti: chiedere cioè lo stralcio della tassazione sugli affitti dal provvedimento sul federalismo comunale».

Ma non siamo già fuori tempo massimo?
«Niente affatto. È vero che si era ipotizzato di approvare il provvedimento entro il 31 dicembre 2010, perché fosse operativo dal primo gennaio di quest’anno, ma in realtà non si tratta di una necessità: l’importante è che sia in vigore quando sarà il momento di pagare le imposte. Però non è il caso di perdere tempo. Anche perché chi affitta deve fare i suoi conti».

Aiutiamolo riassumendo i vantaggi della nuova tassa.
«In pratica, il proprietario che dà in affitto un’abitazione pagherà il 20% sui proventi del canone, indipendentemente dagli altri suoi redditi. Che altrimenti si sommano, facendo scattare un’aliquota Irpef più elevata».

Quindi conviene a tutti?
«Tranne a chi applica i cosiddetti contratti concordati, quelli cioè stabiliti su base comunale da accordi tra Confedilizia e sindacati inquilini, perché hanno già delle agevolazioni. In ogni caso, si può anche decidere di applicare la cedolare secca solo ad alcuni degli immobili affittati, se è più conveniente».

E l’inquilino che cosa ci guadagna?
«Più possibilità di avere un contratto regolare, perché gli scopi di questo provvedimento sono due: rendere di nuovo redditizia la locazione e far emergere il nero. Ma ci guadagnerà anche lo Stato, che risparmierà sull’edilizia popolare: il patrimonio edilizio esistente è più che sufficiente per le necessità, e una volta che affittare sarà tornato conveniente si potrà anche risanare le dei centri storici ed evitare di sottrarre terreno al verde».



Ma se arriva la patrimoniale?
«Veramente, Silvio Berlusconi ha detto che è la sinistra a volerla istituire: e non dimentichiamo che già l’Ici- che è tutt’altro che sparita - è una patrimoniale, e in quanto tale un’imposta espropriativa, in quanto alla lunga equivale o supera il valore del bene. È vero però che circola a livello europeo una proposta di riforma, firmata dall’ex ministro Ronchi, dove si parla di tassazione sulla proprietà: e su questo chiediamo al governo di fare chiarezza».

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