LE TASSE NEL DNA

Ognuno quando è in difficoltà si rivolge a ciò che gli è più familiare. Che è nelle sue corde. Per la sinistra tutto questo è rappresentato dalle tasse. Gira e rigira, alla fine, i Bot saranno tassati. Eccome se saranno tassati. Ieri Prodi ha confermato che da questa tassazione, quelle che chiama dispregiativamente rendite finanziarie, conta di incassare 2,5 miliardi di euro. Ha anche confermato che ridurrà di 5 punti il cuneo fiscale: totale spesa 10 miliardi di euro. Ne mancano all'appello 7,5 (circa 15mila miliardi di vecchie lire). Da dove li prende? Dalla riduzione dell'evasione fiscale. E se non ci riuscisse? Niente paura: qualche tassa da aumentare si trova sempre. Se no si inventa, come fu per l'eurotassa, vi ricordate?
Per arrivare a questo punto l'Unione ha fatto una serie di ghirigori da mettere in crisi la concentrazione di un giocatore di scacchi. La storia è andata così. Nel programma dell'Unione c'è scritto in modo vago che ci sarebbe stata una armonizzazione delle aliquote fiscali. Poi Prodi disse che avrebbero portato le aliquote sulle rendite al 20 per cento, dal 12,5 per cento di oggi. Poi non si capiva se sulle rendite future o anche su quelle di oggi e ieri. Poi hanno preso paura perché, ovviamente, la reazione della Casa delle libertà a questa misura ha provocato una reazione negativa anche nel Paese. Rutelli ha assicurato che non ci saranno tassazioni sui titoli di Stato. A un certo punto Piero Fassino ha anche provato a sostenere che loro non sono il partito delle tasse. Poi, come succede spesso, una paura più grande, quella di perdere per strada Bertinotti, Diliberto, Caruso e compagnia bella, ha fatto passare la paura più piccola, quella degli italiani che non hanno più voglia di pagare ancora più tasse. Bertinotti è stato preciso, come al solito in tema di tasse: 20 per cento su Bot e affini, tassa di successione sui beni che superano 180mila euro (350 milioni di vecchie lire).
Peccato che, mentre il Professore faceva i suoi sogni di riduzione del cuneo fiscale, l'esperto fiscale dell'Ocse, Jeffrey Owens, ha detto che «è difficile tagliare i prelievi sui salari perché rappresentano una larga fetta del reddito fiscale e finanziano i regimi fiscali». Cioè: se tagli il cuneo e non aumenti le tasse devi ridurre la spesa sociale. Ma chi glielo spiega a Bertinotti e alla Cgil che si taglia la spesa sociale? Nessuno, dalle parti dell'Unione. E allora cosa rimane? Le tasse. La tassa di successione. Anche qui hanno lanciato il sasso e poi hanno ritirato la mano. Ma è stato ancora Bertinotti a riagguantare la mano e a tirarla fuori dalla manica: oltre 180mila euro si rimette la tassa. Avevano detto che avrebbero colpito solo i grandi patrimoni, quelli dei super ricchi.

Sa Prodi chi lascia una casa del valore di 350 milioni di vecchie lire? Sa che potrebbe anche essere un poveraccio che ha lavorato tutta la vita? Sa che si tratta di case in periferia dove non vivono bohémienne che lo hanno deciso ma gente che non può fare altrimenti? Lo sa che questa cifra corrisponde ad una piccolissima attività artigianale o commerciale o agricola? Magari lo sa ma come fa a dirlo a Bertinotti? Anche Rutelli lo sa ma come fa a dirlo a Diliberto? E, mettiamo, che lo sappia anche Fassino: a Pecoraro Scanio chi glielo dice?
Ma nel frattempo che loro non lo dicono a Bertinotti, il Fausto lo dice a loro e così vanno avanti. L'Unione è venuta allo scoperto. Era naturale che avvenisse. Ognuno è ciò che è: nell'identità del centrosinistra le tasse non sono il carattere, non sono una tendenza. Sono il Dna.

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