La tecnica Berlusconi: micro sonni ristoratori

«Io penso che in tempo di allenamenti intensi la pennichella sia fondamentale». Non ha dubbi il pluripremiato maratoneta Stefano Baldini.
Come mai ne è certo?
«Perché ho provato sulla mia pelle quanto fosse necessario il riposino pomeridiano».
Come?
«Dormivo dai 30 ai 40 minuti e recuperavo dalla fatica dell’allenamento del mattino tornando in forma per il pomeriggio».
Per alcuni giocatori del basket americano è un toccasana.
«E questo dimostra come loro intendano lo sport e lo pratichino con tranquillità, anche se...».
Cosa?
«Dubito che prima di una partita decisiva possano farlo».
Il giorno prima della maratona di Atene 2004 ha fatto il sonnellino?
«Non sono riuscito a dormire nemmeno di notte».
Troppo difficile controllare il livello di tensione?
«O ce l’hai nel Dna e sei capace di spegnere l’interruttore o vince l’adrenalina».
Il campione americano Steve Nash sostituisce l’allenamento in palestra con le pennichelle quotidiane.
«Sono d’accordo. Il riposo vale più di integratori e allenamenti, anche perché è tutto inutile se poi non riesci a recuperare: ti alleni ti alleni ma non rendi come vorresti».
Gli allenatori dell’Nba non chiamano i giocatori alle tre di pomeriggio per non profanare la sacralità del momento.
«Io spengo il telefono e lo riaccendo quando mi sveglio».


Col passare degli anni è cambiato qualcosa?
«Di maratona in maratona andava sempre peggio perché le responsabilità diventano più grandi e il riposo degli ultimi giorni risultava disturbato».
Insomma lei è del partito della pennichella...
«Assolutamente».
Anche ora che fa il tecnico?
«Eh no, ora mi alleno molto meno e sono diminuite le pennichelle».

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