Scelgono la banana, o il pezzo di pane. Lo indicano con le dita rugose e lunghissime, con la zampa che spunta dalla gabbia. Giocano. Disegnano. Si divertono. Come milioni di umani, pure gli oranghi non riescono più a stare senza: l'iPad ha conquistato anche loro. Sembra incredibile, pare quasi uno scherzo: e invece dallo zoo di Miami è partito un esperimento che, dopo quasi un anno, ha portato a risultati sorprendenti, tanto che l'approccio «iPad-style» con le scimmie si è diffuso in altre strutture del Nord America, e che qualcuno pensa anche a una «app» per i primati.
Le foto provano però che è vero: la zampa dello scimmione tocca lo schermo pieno di immagini e tenuto fermo da Linda Jacobs, la responsabile del «Jungle Island» di Miami. Il progetto avviato nello zoo della Florida sembra indicare che gli oranghi siano proprio come gli umani: almeno nel feeling con certa tecnologia. Ed è significativo che siano soprattutto le scimmie più giovani le più interessate e affezionate al tablet, mentre quelle più anziane si mostrano più «conservatrici» e arroccate nella loro «estraneità» alla tavoletta. «Sono animali molto intelligenti - spiega Linda Jacobs - ma hanno ostacoli fisici che impediscono loro di parlare. Attraverso gli iPad invece possiamo comunicare». Il punto è proprio questo: che attraverso i tablet gli oranghi non soltanto giocano ma riescono a farsi capire. In pratica instaurano un «discorso» con gli studiosi, attraverso un mezzo, che è appunto la «tavoletta» magica. È dalla scorsa estate che il progetto viene portato avanti e, man mano, gli oranghi sono riusciti a farsi capire sempre meglio, per esempio indicando gli oggetti nominati, attraverso le loro icone, e segnalando i cibi che preferiscono. Per loro l'iPad è come la voce che non hanno, per articolare le parole.
Il problema è più che altro tecnico: il tablet è troppo delicato e prezioso per essere lasciato in mano liberamente agli animali, che lo distruggerebbero in un attimo. E a volte lo schermo è troppo piccolo per i movimenti degli oranghi, che spesso provano a «toccare» con le unghie, senza ottenere risultati. Così Jacobs sta pensando a un tablet dallo schermo più ampio e «indistruttibile» (almeno dai primati), per consentire alle scimmie di giocare ed esprimersi in totale libertà.
Ma c'è chi si è spinto anche più in là con gli esperimenti: come Richard Zimmermann, a capo di Orangutan Outreach (che collabora con zoo e parchi di Milwaukee, Toronto, Atlanta, Houston e Salt
Lake City), che sta lavorando a una «app» specifica per gli oranghi e anche a un sistema per comunicare simile a Skype, per permettere alle scimmie di vedere e chiacchierare con amici e parenti lontani.twitter: @ele0norab
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