Sempre più smartphone. Ma c'è la fuga social: ecco perché

La vita on-line è sempre più dominante su quella off-line e la compenetrazione tra la dimensione fisica e quella virtuale è un dato di fatto inconfutabile

Sempre più smartphone. Ma c'è la fuga social: ecco perché

La spinta della pandemia sull’acceleratore della digitalizzazione si fa sentire e produce effetti prolungati nel tempo. Ci sono tanti segnali che fanno comprendere quanto certe trasformazioni siano ormai irreversibili. La vita on-line è sempre più dominante su quella off-line e la compenetrazione tra la dimensione fisica e quella virtuale è un dato di fatto inconfutabile. Ma il digitale non è affatto una religione, come qualcuno vorrebbe far intendere. Molti internauti si servono delle tecnologie per svolgere tutta una serie di funzioni indispensabili e per motivi di svago e divertimento, ma non le ritengono un dogma. Sanno anche prendere le distanze dai pericoli che un uso eccessivo delle stesse può produrre sulla vita quotidiana.

Sempre più diffusi i dispositivi digitali

Nove persone su 10 utilizzano dispositivi digitali quotidianamente, 4 su 5 usano lo smartphone per acquistare prodotti on-line, mentre il 63% usa servizi per lo streaming video on demand e il 73% di chi ha uno smartphone utilizza social media o app di messaggistica ogni giorno. Sono cifre contenute nel Digital Consumer Trends Survey 2021, che Deloitte ha elaborato per fotografare il rapporto degli italiani con i dispositivi digitali, la cui diffusione si è incrementata notevolmente con la pandemia, soprattutto in ambiti come la salute, il commercio on-line e lo svago. Nell’ambito dei dispositivi indossabili, appena il 10% del campione possedeva uno smartwatch nel 2017, mentre oggi la percentuale è del 25%. C’è chi lo utilizza per contare il numero dei passi effettuati ogni giorno (53%), chi per monitorare il ritmo del sonno (24%) chi per tenere sotto controllo il battito cardiaco (35%). Meno appeal, invece, sembrano avere i dispositivi nell’ambito della salute mentale. Resta scarsa, infatti, la predisposizione a pagare per le app relative (3%), tratto comune anche per quanto riguarda le applicazioni e i programmi per il fitness e l’allenamento (appena il 4%).

I social e i segnali di disaffezione

Nel 2021 si sono registrati alcuni segnali di disaffezione dai social. Il 22% degli intervistati ha smesso di usarli. Tra le motivazioni di questa scelta al primo posto c’è una certa stanchezza (35% dei casi), dovuta all’iperconnessione degli ultimi due anni, particolarmente accentuata durante i lockdown. Ma c’è anche chi ha lasciato Facebook o altri social perché li considera pieni di notizie false (25%) o perché teme per la privacy dei propri dati personali (21%).

Smartphone, acquisti online e banking

Fa acquisti on-line tramite lo smartphone il 93% degli intervistati tra 18 e 24 anni, una percentuale che si riduce al 68% tra gli over 65.

Oltre 8 intervistati su 10 usano lo smartphone per controllare il conto bancario, quasi 3 su 4 per le transazioni di banking on-line. Ci sono ancora remore, invece, rispetto all’utilizzo dello smartphone per il trasferimento di denaro, che tra persone dello stesso Stato raggiunge il 59% e tra persone di Stati diversi il 31%.

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