Spotify scarica la Russia: "È un Paese troppo instabile"

L'incerto futuro politico ed economico del paese di Putin avrebbe spinto il colosso musicale alla ritirata

Spotify scarica la Russia: "È un Paese troppo instabile"

Il divorzio ancor prima del matrimonio. Spotify, uno dei più grandi servizi di streaming di musica di tutto il mondo, ha cancellato il suo piano per il lancio in Russia. Lo ha reso noto Alexander Kubaneishvili, capo dell'ufficio di Mosca della società svedese, dopo essere stato licenziato. "Sono spiacente di informarvi che Spotify ha rinunciato al lancio in Russia nel prossimo futuro", ha dichiarato il manager all'agenzia Tass, spiegando che ci sono "diverse ragioni" dietro la decisione: "La crisi economica, la situazione politica, le nuove leggi in materia di internet". Secondo fonti a conoscenza dei piani dell'azienda, Spotify chiuderà il suo ufficio nella Federazione.

La notizia dell'ingresso sul mercato russo della società svedese era uscita lo scorso gennaio e si aspettava il lancio ufficiale a breve. Spotify avrebbe operato con le stesse modalità degli altri 58 paesi di tutto il mondo dove è già presente. Una sottoscrizione allo Spotify russo sarebbe costata 500 rubli, circa 5 sterline al mese.

Ma la Russia è instabile. Come riferito da Kubaneishvili, l'incerto futuro politico ed economico del paese hanno spinto il colosso musicale a decidere di ritirarsi. L'ago della bilancia, anzi, gli aghi della bilancia sarebbero molti: la situazione in corso con l'Ucraina; il declino della moneta, il rublo; e, probabilmente, più importante di tutti, il fatto che internet "controllato" dal governo russo. Sembrerebbe, infatti, che il presidente Vladimir Putin- come riferiscono in molti- stia cercando di mettere un argine al flusso continuo dei media e all'utilizzo del social network.

Un altro elemento che, molto probabilmente, ha giocato un ruolo importante nella cancellazione del lancio di Spotify in Russia, sembra essere il problema della pirateria musicale.

In passato, infatti, le etichette discografiche hanno sostenuto che il social network russo VKontakte fosse un "rifugio" per i download illegali e abbia in passato deliberatamente promosso la pirateria su larga scala.

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