Tendastrisce Rock progressive «d’annata» grazie agli Yes

C’è un genere musicale che da noi non passa di moda. Si chiama progressive rock, è nato all’inizio degli anni ’70 ed è durato poco meno di una decade, lasciando però una traccia indelebile. A quel mondo appartengono gli Yes, da quarant’anni sulla scena e sempre pronti a riproporre dal vivo capolavori tratti dagli storici album «Yessongs», «Fragile» e «Close to the edge». Il grande pubblico li conosce per l’episodio synth-pop di «Owner of a lonely heart», ma quel brano non rappresenta al meglio la storia del quintetto britannico. A Roma arrivano mercoledì al Tendastrisce (via Perlasca 69), con una formazione rimaneggiata. Al posto del funambolico Rick Wakeman ci sarà il figlio Oliver, mentre lo storico cantante Jon Anderson, non in perfetta forma, per questa tournée viene rimpiazzato dal canadese Benoit David . Restano al loro posto Chris Squire (il bassista, unico componente presente fin dal debutto nel ’68), Stewe Howe alla chitarra e Alan White alla batteria.

L’accoglienza del pubblico italiano sarà calorosa: non è un segreto che proprio in Italia sia nata la fortuna di alcune band appartenenti a questo ambito musicale (Genesis e Gentle Giant su tutte). Per concludere, una curiosità: Chris Squire recentemente ha collaborato con Steve Hackett (ex Genesis) su alcune tracce del suo nuovo cd. Il disco uscirà a breve e si intitolerà «Out of the tunnel’s mouth».

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