Tennis, la rivoluzione della Tv moviola in campo e set «corto»

A Key Biscayne debutta il replay. E per velocizzare le partite pronti vittoria a 5 game, vantaggio unico e super tie-break

Silvano Tauceri

Per oltre cent’anni il tennis aveva conservato immutate tutte le regole del gioco, così come il maggiore inglese Wingfield le aveva codificate a metà del 1800. Altri sport s’erano piegati alle esigenze dettate dal mutare dei tempi, quello della racchetta aveva resistito sino al 1971 quando venne introdotto il tie-break, prima sul punteggio di 7 pari e poi sul 6 pari, per evitare che il set - e quindi il match - potesse prolungarsi troppo. Tie-break, prima concessione alla tv. Subito dopo un altro strappo, un breve riposo al cambio di campo e l’intervallo dopo il terzo set negli incontri previsti sui cinque. Sulle prime era sembrato tutto molto strano, poi ci si è abituati.
La novità dietro l’angolo ora è l’introduzione della moviola, già approvata e pronta a debuttare nel torneo di Key Biscayne che scatterà il 22 marzo per poi approdare nello slam con i prossimi Us Open. L’istant replay verrà utilizzato per esaminare i punti contestati: i giocatori hanno due possibilità per ogni set (tre in caso di tie-break, di chiedere il replay che verrà mostrato agli interessati, all’arbitro e al pubblico sul maxischermo. «In vent’anni di carriera - ha commentato Andre Agassi - è la prima cosa utile che hanno fatto per i giocatori». «È una grande notizia - ha aggiunto Maria Sharapova -: io voglio sempre sapere se una palla è buona o no».
Ma non è finita qui. All’orizzonte si profila infatti una vera rivoluzione. E tutto per ragioni di politica televisiva. Il tennis è uno dei pochi sport senza limite di tempo, spesso si è giocato anche per cinque ore. La federazione internazionale ha codificato le nuove regole che accorciano sensibilmente la durata degli incontri. Sono già vigenti nella gran parte dei tornei del circuito satellite e challenger (fino a 100mila dollari di montepremi) e nelle competizioni giovanili internazionali. Si è ancora nella fase sperimentale, manca il pieno accordo con l’associazione professionistica, alcuni giocatori anche di vertice si sono dichiarati contrari. Le nuove norme vengono quindi adottate, anche parzialmente, a discrezione degli organizzatori dei singoli tornei. A San José, ad esempio, sono state applicate per abolire il terzo set nella gara di doppio, vinta recentemente da John McEnroe e Bjorkman. Restano tradizionali le norme per i quattro tornei dello slam.
Set corto. Si giocano al massimo otto games anziché dodici, con tie-break sul 4 pari; di conseguenza si hanno vittorie per 5-0. 5-1, 5-2, 5-3 e 5-4, appunto, al tie-break.
Vantaggio secco. Sul 40 pari viene abolito il doppio vantaggio oppure la parità: il game viene aggiudicato giocando un solo punto e chi riceve decide da quale lato l’avversario deve eseguire il servizio.
Super tie-break. Sostituisce il terzo set; viene giocato sino a 10 punti, occorre sempre il vantaggio di almeno due. È stato applicato nella gara di doppio a San José e nel doppio misto all’Open d’Australia a Melbourne. Formula già in vigore da tempo in alcune categorie dei tornei internazionali senior (da over 40 anni in poi).
Il presidente della federazone internazionale, Francesco Ricci Bitti, ritiene positiva questa rivoluzione. «Non si può prescindere dal contributo sostanziale della tv, si sono avvertiti sintomi di stanca e minore richiamo del pubblico. In effetti molti incontri di tre ore erano noiosi. Le nuove regole dimezzano quasi il tempo, abbiamo verificato che un set dura all’incirca mezz’ora, quindi in tre ore la tv può trasmettere due incontri anziché uno a vantaggio dello spettacolo.

Trent’anni fa l’adozione del tie-break era stata accolta con scetticismo, non è successo nulla, anzi c’è stato un progresso d’interesse. È soltanto questione di tempo, di prendere confidenza con la nuova normativa, capire come funziona».

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