Semplicemente troppo forte. E semplicemente comunque bravi. Si può riassumere così la giornata azzurra dei quarti di finale agli Australian Open: Jannik Sinner ha visto, Lorenzo Sonego ha perso, però entrambi hanno fatto il massimo. E questo conta, visto che nel tennis il risultato a volte nasconde l’andamento di una partita.
Non nel caso di Jannik, s’intende: c’è un motivo se De Minaur ha perso con l’italiano la decima partita consecutiva su 10. I due si stimano, sono amici, ma questo in campo non può condizionare il risultato: troppo forte il numero uno del mondo contro il ragazzo australiano, che ha fatto sì progressi, e che aveva annunciato che avrebbe affrontato il match provando soluzioni «che non ho mai usato prima». In realtà alla fine la sfida è andata come al solito, e semplicemente il motivo è che Sinner tira troppo forte per De Minaur, che non ha un piano B per contrastare la potenza dell’avversario. Insomma: ci vorrebbe che Jannik fosse in difficoltà, ma non è stato il caso di oggi. E, tra l’altro, non è servito neanche a Rune per superarlo negli ottavi.
Passata dunque la crisi, fisica o emotiva che fosse, la semifinale ora sarà (purtroppo) contro Shelton, ma questo non vuol dire che Sonego abbia fatto una brutta figura, tutt’altro. Tanto che alla fine il suo avversario ha dichiarato: «Mi sento davvero sollevato, Lorenzo ha giocato un match incredibile». Il torinese ha strappato applausi per il suo gioco vario e pieno di colpi spettacolari (su tutti un passante spalle alla rete in recupero di un pallonetto), ma il ragazzo americano serve a 230 all’ora e su certi campi questo conta.
Lorenzo può recriminare su un calo alla fine del secondo set e perché nel quarto – perso al tie break – sembrava psicologicamente messo meglio. Ma sono dettagli: il suo torneo è stato straordinario e ulteriori soddisfazioni sono alle porte. Per il momento può solo mettersi a tifare per l’amico Sinner: Sonego è un ragazzo d’oro, potrà servire anche questo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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