Nella storia del tennis è entrato anche Filippo Volandri, di diritto. Il ct della nazionale azzurra è indiscutibilmente uno dei protagonisti del successo italiano concretizzatosi con la conquista della seconda "insalatiera" di fila. La Coppa Davis, infatti, non si vince solo grazie a un campione, non fosse altro per il fatto che Sinner non gioca da solo. E a selezionare i giocatori, a motivarli e a scegliere chi mandare in campo, di volta in lui, c'era e c'è lui, questo 43enne di Livorno con un passato di discreto livello nel tennis professionistico (il suo miglior ranking ATP in singolare è stato il 25º posto raggiunto nel luglio 2007), numero uno in Italia per diversi anni. Nella sua carriera in campo ha disputato 42 finali, vincendone due. Nulla, se si pensa a cosa ci ha abituato Sinner in questi ultimi anni. Ma erano tempi diversi, sicuramente il tennis italiano non era ancora sbocciato. Volandri si tolse uno sfizio nel 2007: agli Internazionali di Roma sconfisse il numero 1 del ranking Roger Federer.
Come coach, però, Volandri ha dimostrato di essere un fuoriclasse. Dopo il ritiro dall'agonismo è entrato a far parte come tecnico nei quadri della Federazione Italiana Tennis. Nel 2018 gli viene dato l'incarico di direttore tecnico della Nazionale, con il delicato compito di seguire e organizzare la formazione dei nuovi talenti. Nel gennaio 2021 subentra a Corrado Barazzutti come capitano non giocatore della squadra italiana. Sotto la sua guida l'Italia vince la Coppa Davis dopo 47 anni di lunghissima attesa. L'anno dopo il bis. L'apoteosi per il tennis azzurro.
"Non si soffre niente... sapevo che non c'era niente di scontato ma i ragazzi lo rendono quasi scontato", ha commentato a caldo ai microfondi di Sky Volandri. "Ci eravamo detti l'anno scorso, dopo averla vinta, di voler entrare nella storia e di vincerne due, questi ragazzi vanno più veloci di quanto riusciamo a pensare. Alla fine con il lavoro di tutti oltre a Jannik e Matteo ma anche Arnaldi e Cobolli che ci hanno portato qui".
Inevitabile una domanda sul doppio Berrettini-Sinner, disputato dopo il delicato punteggio di 1-1 contro l'Australia. "Sono un paio di anni che cerchiamo di far giocare il doppio Sinner nel circuito ma non ci siamo mai riusciti, so che questi ragazzi hanno le spalle larghissime e sanno prendersi le responsabilità come hanno fatto in quel momento. Paura che Sinner l'anno prossimo dica di no? Sarebbe comprensibile, averlo avuto qua è stato un onore, un privilegio, qualcosa di speciale, noi intanto ci godiamo questa e da domani iniziamo a pensare alla prossima".
Al di là della gioia per i successi quello che colpisce di Volandri è la bravura nel creare un gruppo, dove tutti sono affiatati.
E lui non smette mai di ricordarlo: "Abbiamo costruito un gruppo e poi una squadra l’anno scorso abbiamo vinto il titolo - diceva qualche giorno fa - ma vorrei aprire un ciclo e questo lo dicevo ai ragazzi già all’inizio della fase a gironi a Bologna".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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