Troppo forti, troppo implacabili, troppo bello. La Davis è ancora nostra, quella coppa da 1000 sterline che oggi vale una fortuna, ma soprattutto che vale un anno da sogno da quale non riusciamo ancora a risvegliarci.
Troppo incredibile, battere così i Paesi diventati Bassissimi e vedere una squadra azzurra rivincere il trofeo più storico del tennis, Sinner e Berrettini come una cosa unica, risollevare l'Insalatiera dodici mesi dopo quando tra la prima e la seconda erano passati 47 anni. «L'anno prossimo la vinceremo insieme» aveva detto Jannik a Matteo a Malaga 2023, e le lacrime del ragazzo romano uscito finalmente da un incubo di negatività, spiegano perché questa manifestazione crea da sempre un mondo di eroi. Perché è leggenda e lo è anche questa squadra: «Siamo una famiglia», ha riassunto Capitan Filippo Volandri. Guardateli a sollevare la coppa, con Berrettini messo dai compagni in mezzo al gruppo: è tutto vero.
È finita due a zero anche in finale, sia come risultato complessivo che nei set delle partite: un dominio. L'Olanda ce l'ha messa davvero tutta, ma Berrettini è stato davvero lui (6-4, 6-2 a Van de Zandschulp), e Sinner non ha più paragoni: nessun giocatore, da quando le classifiche mondiali sono stilate dall'Atp, nel 1973, ha mai vinto nello stesso anno la Coppa Davis, le Atp Finals e chiuso la stagione al primo posto del ranking; e solo lui e Roger Federer hanno chiuso una stagione senza mai perdere in due set. Però siccome anche i Cannibali si emozionano, ci sono voluti 3 match point falliti prima di battere al quarto 7-6, 6-2 Griekspoor e cominciare a festeggiare. A festeggiare la squadra, a festeggiare la Davis, a festeggiare un anno da pazzi. E insomma contiamolo quel che è successo dalla Davis alla Davis: 3 Slam (2 Sinner, 1 Vavassori-Errani). 5 Finali Slam (2 Paolini, 2 Bolelli-Vavassori, 1 Errani-Paolini), 2 medaglie olimpiche (Errani-Paolini oro, Musetti bronzo), 10 tornei Atp in singolare e 3 in doppio, 1 Wta in singolare e 3 in doppio, 1 Atp Finals (Sinner, of course), 1 Billie Jean King Cup e, appunto, la terza Davis, ovvero la seconda consecutiva. Troppo, tanto, tutto.
È stato l'anno perfetto e ricordiamocelo per sempre, soprattutto quando non sarà così. Abbiamo un futuro di grande tennis davanti a noi, però questi risultati sono un record difficilmente superabile. Sono il frutto di programmazione, di lavoro e di amicizia: «Avevamo tanta pressione: abbiamo dato il 100% ed è una grande emozione finire così l'anno. Ci tenevo tanto, ed è stato bello avere Matteo in squadra: anche chi non ha giocato come Musetti, Bolelli e Vavassori sono stati decisivi». Come Cobolli e Sonego che in Spagna non c'erano. «È stata una coppa volutissima - ha sorriso Berrettini -: avevo tanti dubbi a inizio stagione ed essere qui mi riempie di gioia. Mi ispiro a come Jannik non mette mai limiti: è venuto qui e ha messo tutta l'energia che gli era rimasta.
Quello che mi ha detto un anno fa? Ah, sì: adesso è diventato pure un mago...». D'altronde, come dice Volandri, «i ragazzi volevano entrare nella storia e corrono più dei nostri sogni». È davvero troppo. Troppo meraviglioso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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