Alta tensione tra Usa e Siria. L’ambasciata americana a Damasco ha sospeso da oggi le sue operazioni, a causa della recente impennata di violenze in Siria. A renderlo noto è stata la portavoce del Dipartimento di Stato Usa Victoria Nuland, precisando che ci sono serie preoccupazioni che la rappresentanza non sia sufficientemente protetta da attacchi armati.
"L’ambasciatore americano a Damasco Robert Ford e tutto il personale statunitense della rappresentanza diplomatica - ha aggiunto la portavoce - hanno già lasciato la Siria. La decisione è stata presa dopo che "il governo siriano non ha risposto in modo adeguato" alle preoccupazioni sollevate dai diplomatici americani, insieme ad altri, riguardo alla loro sicurezza e la protezione da "attacchi armati".
Gli Stati Uniti ribadiscono "la profonda preoccupazione per l’escalation di violenza in Siria provocata dalla completa inadempienza da parte del regime degli impegni assunti con la Lega Araba. Il deteriorarsi della situazione di sicurezza che ha portato alla sospensione delle nostre operazioni diplomatiche ha mostrato chiaramente il cammino pericoloso scelto da Assad ha scelto e l’incapacità della Siria di avere il pieno controllo della Siria", ha aggiunto la Nuland, sottolineando la necessità che "la comunità internazionale agisca con urgenza per sostenere il piano della Lega Araba".
Anche da parte della Santa Sede "c’è preoccupazione e partecipazione per le vittime civili e per una situazione caratterizzata da una violenza crescente e dalla difficoltà di trovare soluzioni". Lo ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, in merito all’escalation di violenze e di morti nel conflitto fra regime e insorti che sta dilaniando la Siria.
Oggi, centinaia di blindati dell’esercito siriano hanno preso d’assalto la città di Zabadani, a nord-ovest di Damasco, mentre continua a crescere il bilancio delle vittime di oggi in tutto il paese. Secondo l’Osservatorio per i diritti umani, almeno 37 persone sono morte, per lo più civili. "Le forze dell’esercito regolare, rafforzate da centinaia di blindati, hanno attaccato la città di Zabadani, con colpi d’artiglieria e bombardamenti con carri armati", ha fatto sapere l’osservatorio siriano, che ha fatto riferimento anche a un attacco a Daraya, vicino alla capitale. Inoltre, sono stati uccisi tre soldati. Almeno 24 vittime si sono contate a Homs, dove gli scontri in corso hanno fatto decine di feriti. Il regime, da parte sua, ha accusato "bande di terroristi" di essere dietro agli episodi di violenza di questi giorni.
Anche i Paesi
dell’Unione europea stanno valutando la possibilità di espellere gli ambasciatori siriani e di ritirare i propri rappresentanti diplomatici da Damasco. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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