Potevano sembrare quasi bravi ragazzi non fosse stato per il loro singolare passatempo. Mettere grosse pietre sui binari della linea ferroviaria. Come? Laltro giorno alle tre del pomeriggio quattro adolescenti, tutti studenti quindicenni, hanno piazzato il sasso e poi si sono nascosti per assistere ad una bravata che poteva concludersi con conseguenze anche drammatiche. Perché? Nessuno lo sa, neppure loro: probabilmente per noia, certo perché si sentivano forti, imprendibili, imbattibili. Ma ora pagheranno a caro prezzo quel che hanno combinato. Gli agenti della polizia locale li hanno identificati. Quando li hanno presi si sono messi a piangere. Ragazzi normali, cresciuti in famiglie normali. Hanno schivato il carcere minorile per un soffio. Si sono beccati una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Comunque sia dovranno vedersela con il giudice.
Forse lavevano fatto altre volte. Ma laltro pomeriggio sono riusciti a dare il peggio di loro. Si sono appostati e quando hanno sentito il treno che sferragliava sulla linea Milano-Como-Chiasso, forse più fuori del solito, hanno sperato di assistere ad un deragliamento. Si sarebbero divertiti a vedere i passeggeri del treno terrorizzati, magari feriti, forse la scena del panico. Il convoglio arriva lanciato. Urta il masso. Il macchinista sente un botto tremendo. Si ferma. I passeggeri sobbalzano dalle poltrone: un brutto spavento. Il branco questa volta non si è accontentato di lanciare una pietra. Ha cercato lemozione forte. Da brivido. Anche perché il bilancio di questa folle bravata avrebbe potuto essere catastrofico. La linea ferroviaria è rimasta bloccata per almeno unora, fino a quando i tecnici sono riusciti a verificare che limpatto non avesse scardinato qualche congegno soprattutto per la frenata.
La tratta è una delle più battute dItalia per i collegamenti con il nord Europa. Latto inconsulto ha più le caratteristiche di un attentato che quelle di una bravata ed è stato compiuto in un luogo isolato, dove i baby teppisti hanno potuto agire indisturbati. Il macchinista dà lallarme. I quattro, tre residenti a Seregno e uno a Desio, fuggono, ma non sanno di avere le ore contate: hanno fatto tutto a volto scoperto e nel giro di poche ore gli agenti riescono a identificarli e a convocarli in caserma.
Si beccano una lavata di capo dai genitori: mamme e papà sono esterrefatti. «Un episodio tristissimo, sconcertante. Quei quattro ragazzi certifica il sindaco di Seregno, Giacinto Mariani dovranno assumersi le loro responsabilità. Ma anche il Comune deve fare la sua parte. Interverremo sia con delle iniziative concrete e mirate, sia con il rafforzamento della rete di controllo. Nellattesa dei provvedimenti che intenda assumere la magistratura, chiederò che siano impiegati per svolgere lavori socialmente utili.
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