Teramo, trovata una seconda Sim del cellulare Sul corpo di Melania anche ferite dopo il decesso

Nuovo sopralluogo degli investigatori nel bosco di Ripe di Civitella del Tronto, dove la donna è scomparsa lunedì scorso prima di essere uccisa. Trovata una seconda scheda telefonica. Dall'autopsia conferme di un delitto d'impeto, con movente passionale: alcune ferite sarebbero state inferte dopo la morte 

Teramo, trovata una seconda Sim del cellulare 
Sul corpo di Melania anche ferite dopo il decesso

Teramo - Una seconda Sim card telefonica nell'armadio, tra i vestiti. Questa la scoperta degli investigatori che stanno indagando sulla morte di Carmela Melania Rea, la donna di 29 anni uccisa con 35 coltellate nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 aprile, tra Colle San Marco (Ascoli Piceno) e Ripe di Civitella (Teramo). La nuova scheda potrebbe risultare molto utile alle indagini, e soprattutto aiutare a ricostruire gli spostamenti della 29enne, madre di una bimba di 18 mesi e moglie di un sottufficiale dell’Esercito, dal momento della scomparsa, avvenuta circa alle 17,30 di lunedì scorso, a quello della sua morte.

Il sopralluogo I sostituti procuratori di Ascoli Piceno, Umberto Monti, e di Teramo, Greta Aloisi, sono sul pianoro di Colle San Marco insieme a Salvatore Parolisi, marito di Carmela Melania Rea, e al fratello della donna, Michele. In questo momento i magistrati e i carabinieri si trovano oltre l’area giochi dove la donna stava con il marito e la figlioletta e da cui si è allontanata per andare in bagno in un ristorante distante un centinaio di metri. Parolisi è arrivato con un’auto civetta dei carabinieri. Prima di giungere sul pianoro gli inquirenti hanno effettuato un sopralluogo nella boscaglia circostante.

Le coltellate dopo il decesso Emergono altri particolari inquietanti dall’autopsia effettuata. Alcune tra le 35 coltellate con cui è stato trafitto il suo corpo sarebbero state inferte post mortem. Un particolare che rende ancor più raccapricciante il delitto e fa pensare che l’omicida fosse spinto da una furia cieca. D’altra parte, come aveva già fatto notare il medico legale Adriano Tagliabracci, i colpi, che hanno raggiunto soprattutto il tronco e il collo, fanno propendere per un delitto d’impeto, non premeditato. Dalla cerchia familiare della donna gli investigatori stanno cercando di assumere più informazioni possibili, in primo luogo dal marito, che è stato l’ultimo a vedere la donna viva.

La ricostruzione Melania si era allontanata dal parco giochi dove la famigliola si era fermata perché aveva necessità di andare in bagno. Aveva scartato quelli pubblici, perché li aveva trovati sporchi, e si era diretta quindi verso un chiosco bar. È lungo questo tragitto che è stata come inghiottita nel nulla.

Un cercatore di funghi Gli investigatori hanno scoperto l’identità della persona che ha telefonato al 113 di Teramo nel pomeriggio di martedì scorso, 19 aprile, per segnalare la presenza del cadavere di Melania Rea nel bosco di Civitella del Tronto. Si tratterebbe di un uomo, cercatore di funghi, che per pura casualità si sarebbe trovato a transitare in quella zona, notando il corpo della donna.

Una volta ridisceso dalla Montagna dei Fiori, versante teramano, l’uomo avrebbe poi fatto, da un telefono pubblico, la chiamata anonima che poi ha permesso di rinvenire il cadavere della 29enne di origini napoletane. "È una persona molto spaventata per quello che gli è accaduto, e non c’entra con la vicenda" sostiene una fonte investigativa.

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