Il terrore dopo i crolli: incinta perde il bimbo e muore

Un’altra vittima del terremoto. Anzi due: lei e la creatura che portava in grembo. Non l’hanno uccisa le macerie di uno dei mille crolli ma il terrore di una vita sconvolta.
Martina Aldi, l a donna di 38 anni ricoverata in ospedale per un arresto cardiaco accusato il 29 maggio scorso dopo l’ultima violenta scossa che ha colpito l’Emilia, è morta l’altro pomeriggio nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Baggiovara (Modena). Residente a Finale Emilia e originaria di Bondeno (Ferrara) era entrata in coma dopo il malore: soffriva di aritmia cardiaca ed era incinta da pochi mesi. L’ennesimo trauma, la mattina del 29 maggio, le è stato fatale. Viveva una situazione di forte stress emotivo già dalla prima scossa del 20 maggio, con il marito avevano deciso di abbandonare la casa e dormire in auto per diverse notti.
Martina Aldi era molto conosciuta a Finale Emilia, dove lavorava nel negozio «Acqua e sapone» e anche a Bondeno, dove la famiglia è molto stimata. Aspettava un bambino, che insieme al compagno desiderava tanto e finalmente era riuscita a «mettere in cantiere». Ma dalla tragica notte del 20 maggio, non aveva più trovato serenità. Quella notte si trovava a Finale Emilia, uno dei paesi più colpiti, una cittadina rasa al suolo.
«Martina è sempre stata molto ansiosa - racconta il padre, Tullio-. Il terremoto l'aveva vissuto con terrore, con grande angoscia, tanto che nei giorni successivi veniva da noi, nella nostra casa di Scortichino». Stava cercando di riprendersi poi, il terremoto del 29 maggio l’ha sconvolta.

La sera ha accusato i primi malori. Dopo aver sentito il parere di un medico era più tranquilla. Il giorno successivo, da Scortichino, era andata a Finale Emilia nella sua casa per farsi una doccia e cambiarsi». Ma qui e crollata senza più riprendersi.

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