Milano - Il terrorismo in rete. Si moltiplicano su internet
documenti e messaggi firmati da collettivi antagonisti e centri sociali
che parlano di "lotta rivoluzionaria" che "non si ferma" dopo la
sentenza della prima Corte d’Assise di Milano che ha condannato, a
pene fino a 15 anni di reclusione, 14 dei 17 imputati nel processo
alle cosiddette "nuove br" del partito comunista politico-militare.
Sul sito del "collettivo politico Gramigna" di Padova, frequentato
prima degli arresti del febbraio 2007 da alcuni degli imputati, è
comparso un documento firmato dal centro sociale padovano dove
viene detto di "saldare la lotta di classe con quella rivoluzionaria"
come hanno fatto "i compagni che hanno rivendicato il percorso di
costituzione del partito comunista politico militare".
Nello stesso
sito internet è presente anche una lettera del collettivo Tazebao per
la propaganda comunistà nel quale la decisone della Corte d’Assise
di Milano viene definita "una sentenza di guerra" e gli imputati dei "rivoluzionari". Sulle pagine web del centro sociale milanese "Vittoria", inoltre, si annuncia che, dopo la sentenza di sabato scorso, "continueremo a opporre la costruzione di percorsi di lotta e di
opposizione per l’allargamento del conflitto sociale".
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