Se Kunt, l'alieno protagonista del racconto Un marziano a Roma di Ennio Flaiano, fosse arrivato ieri sulla terra e avesse letto come i giornali di sinistra hanno raccontato l'attentato di Magdeburgo, avrebbe capito che si è trattato di un gesto compiuto da un tedesco di estrema destra e non da un immigrato arabo che ha ricevuto nel 2016 lo status di rifugiato. Tra titoli «Il killer di ultradestra», approfondimenti «dai neonazisti ai sovranisti così Musk costruisce la nuova internazionale nera», articoli su «terrore e Afd», mancava solo scrivessero che l'attentatore si chiamava Müller ed era originario di Dresda invece di Taleb Al Abdulmohsen nato in Arabia.
A finire sul banco degli imputati è stato anche Elon Musk perché l'attentatore aveva espresso simpatie nei suoi confronti, ciò è bastato per rievocare il pericolo dell'«internazionale nera», ma c'è chi si è spinto anche oltre come l'ex leader dei verdi tedeschi Danile Cohn-Bendit che è arrivato a definire Taleb Al Abdulmohsen «un fascista folle sedotto dai profeti del rancore» aggiungendo che «Musk è una delle più grandi minacce alla democrazia nel mondo. Bisogna avere paura di lui, non del multiculturalismo». C'è anche chi, come Tomaso Montanari, scrive apertamente: «Un attacco portato a termine da un terrorista ispirato da Elon Musk e Afd».
Oltre al chiaro intento ideologico nel raccontare in questi termini quanto è avvenuto puntando il dito contro la destra, emerge (per l'ennesima volta) l'incapacità di comprendere il vero problema che oggi vivono la Germania e tutte le nazioni europee (in particolare quelle del Nord): la mancata integrazione di una fetta consistente di immigrati. Su questo elemento bisognerebbe porre l'attenzione anche alla luce dei continui attentati che avvengono in Europa a opera di immigrati come l'accoltellamento a morte di un poliziotto avvenuto, sempre in Germania, a Mannheim il 31 maggio scorso. Peraltro, se a parole e sui social l'attentatore di Magdeburgo si definiva anti-islamico, nei fatti ha agito come i terroristi islamici nelle strage dei mercatini a Berlino nel 2016 e a Strasburgo nel 2018, da qui l'ipotesi che si fosse creato un profilo pubblico anti-islamico arrivando a elogiare l'Afd per dissimulare obiettivi e idee diametralmente opposte. Come se non bastasse, man mano che emergono dettagli sull'attentatore, sembra trattarsi di un profilo borderline e caotico anche nei riferimenti ideologici e di pensiero più che un militante di destra.
Eppure la stampa progressista italiana non è la sola ad aver cercato di scaricare sulla destra la colpa per l'attentato di Magdeburgo, lo stesso hanno fatto importanti giornali e politici in Germania.
A meno di due mesi dalle elezioni tedesche sorge perciò il dubbio che si voglia utilizzare questa tragedia per compiere una stretta nei confronti dei partiti di destra tedeschi, un fatto che, se corrispondesse al vero, sarebbe molto grave.
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