Una nuova partnership tra il Terzo Settore, il pubblico e le imprese dà corpo al futuro degli enti non profit. Soprattutto ora, dopo la Riforma che ha ridisciplinato questo ambito. In un contesto in evoluzione, emerge l'importanza del Terzo Settore per l'economia e la coesione sociale del Paese. Nel complesso, si stima infatti che il non profit abbia un valore economico annuo di 84 miliardi di euro. Lo attesta la seconda edizione del Rapporto Terzo Settore 2024 realizzato da Generali Italia sotto il coordinamento di Country Sustainability and Social Responsibility e della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore.
L'analisi - basata su un database interno di 270mila organizzazioni non profit incrociato con i dati del Registro Unico e su un'indagine campionaria condotta con interviste su 821 enti - ha mappato questo mondo per comprendere le sfide future e per misurarne l'impatto sul Sistema Paese. «In un contesto di rapidi mutamenti che rischiano di frammentare la società, il Terzo Settore genera coesione.
Questa seconda edizione del Rapporto evidenzia l'apporto determinante della riforma del Terzo Settore nel favorire la professionalizzazione di questo universo che, nel suo complesso, vale circa il 4,4% del Pil nazionale e contribuisce alla crescita e all'innovazione sociale del Paese», ha dichiarato Barbara Lucini, Responsabile Country Sustainability & Social Responsibility di Generali Italia.
Oggi in Italia gli enti iscritti al Registro Unico sono 129mila e danno lavoro a 530mila dipendenti, ma il potenziale da esprimere è ancora enorme: quelli non ancora iscritti ma abilitati a farlo sono infatti oltre 300mila, con 830mila lavoratori dipendenti e 4,2 milioni di volontari. Secondo il Rapporto di Generali Italia, il 62% degli enti fornisce servizi alle persone (circa 180-190 mila organizzazioni). Il 45% registra ancora la Ricerca - offre servizi alla generalità delle persone, mentre il 16,9% si occupa di specifiche categorie di fragilità sociale. Il Terzo Settore, inoltre, contribuisce al rinnovamento dei sistemi di welfare. L'analisi fornita da Welfare Index Pmi, l'indice di valutazione del livello del welfare aziendale nelle Pmi italiane realizzato da Generali Italia, rileva che gli enti con un livello alto e molto alto di welfare aziendale sono il 59,3%, quasi il doppio della media generale (33,3%).
«L'indagine osserva Lucini - mette in luce la necessità di una nuova partnership tra il Terzo Settore, il pubblico e le imprese private.
Generali accompagna questo processo e offre soluzioni e servizi dedicati e distintivi, che rispondono ai bisogni specifici degli enti, garantendo protezione e continuità per le loro attività, fondamentali per il benessere sociale».
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