«Test antidroga per gli eletti negli enti locali»

«Test antidroga per gli eletti negli enti locali»

L’immagine di un pubblico amministratore che balza alle cronache per uso di droghe contribuisce a far allontanare la gente dalle istituzioni. «Bisogna dare nuovo vigore al valore dell’esempio. La politica è servizio - sostiene Fabio Desideri Pdl), vicepresidente della commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio - e i politici, ai vari livelli istituzionali, devono rappresentare dei punti di riferimento etico, morale e in ambito di trasparenza, al di là delle contrapposizione ideologiche. Non dimentichiamo che il Consiglio regionale è un’assemblea che fa le leggi. In questo senso, i consiglieri devono assumere comportamenti specchiati ed esemplari nei confronti dei cittadini amministrati. Lo stesso dicasi per l’esecutivo regionale, composto dagli assessori della giunta, che ha il compito di approvare le delibere di spesa». «Ritengo quindi giusto - ha concluso Desideri - che sia i consiglieri sia gli assessori si sottopongano a periodici e affidabili test antidroga, i cui risultati devono essere resi pubblici. Ciò aiuterà a far comprendere come la politica sia una cosa seria. E, soprattutto, che ci sono tanti politici che onorano la fiducia assegnata loro in sede elettorale».
«Il battage mediatico sul caso Marrazzo - gli fa eco il collega del Pdl Romolo Del Balzo - rischia di far diventare normale agli occhi dell’opinione pubblica un evento che normale non può essere, e cioè che tutti i politici facciano uso di droga. Le ammissioni di Piero Marrazzo sull’uso di droga nei suoi incontri con i trans rendono quanto mai attuale il rischio di un discredito generalizzato e quindi anche la proposta di adottare anche in Regione il test antidroga, lanciata un anno fa dall’allora capogruppo di Forza Italia-Pdl in Consiglio regionale Alfredo Pallone, oggi parlamentare europeo. Il caso Marrazzo rischia di affossare la fiducia dei cittadini del Lazio nell’istituzione Regione e per questo, al primo Consiglio regionale utile, proporrò al presidente Astorre di rendere operativo il test antidroga per i consiglieri regionali. Ai miei colleghi, di opposizione come di maggioranza: dimostriamo con i fatti il nostro no alla droga e all’idea che assumerla sia un fatto normale e sottoponiamoci al più presto al test antidroga più affidabile, il test del capello».
Analoga iniziativa in provincia di Roma da parte di Danilo Amelina (Pdl), che ripropone una vecchia richiesta di Piergiorgio Benvenuti di An. «Ho scritto al presidente Zingaretti - spiega - perché credo che da palazzo Valentini possa partire il buon esempio per tutte le istituzioni, Campidoglio, municipi e tutti i comuni della provincia. In questo momento c’è desiderio nella gente di vedere quali siano i reali limiti e debolezze dei politici che la rappresentano. Oggi dobbiamo non solo contrastare l’uso e l’abuso di alcool e droghe, ma anche dare un esempio di coerenza con quei valori per cui ci battiamo.

Noi politici dobbiamo stare fuori dalla droga e dimostrare che non utilizzandola si può stare meglio. Ho proposto - conclude Amelina - l’uso di una unità mobile o dell’ambulatorio per le visite mediche interno a palazzo Valentini».

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