Come tirar mattino fra i locali con la nuova Guida al piacere

Edita da Roberto Piccinelli illustra le tendenze in voga. Una cascata e un vulcano tecnologico arredano il Farenight

Francesca Lovatelli Caetani

Milano, forse l'unica città italiana realmente vicina all'Europa e al resto del mondo, crogiolo di razze e capitale della moda, è proprio imprevedibile dal punto di vista del divertimento. Qui, un tempo, i locali da ballo interrompevano le danze per lasciar spazio alla boxe, come nel film di Visconti «Rocco e i suoi fratelli», girato nel tempio del ballo liscio, «La Fenice» di viale Bligny. Poi arrivarono le feste dentro la Stazione Centrale, fra le giostre delle «Varesine» o nelle rimesse degli autobus, i compleanni nelle chiese sconsacrate, i party sotterranei in metropolitana, in un mix fra tradizione e innovazione, romanticismo e trasgressione.
Le novità saranno all’insegna del lusso; lo sottolinea anche «La Guida al Piacere e al Divertimento 2006», di Roberto Piccinelli, in uscita a ottobre, che scopre e analizza tutti i nuovi ritrovi che faranno tendenza in città, con posti come il Crystal Lounge di Via Manuzio 6 (tel 02/29060250) incastonato in un parallelepipedo di cristallo, di Federico Zanardi e Tony Buba. L’ambiente è molto chic, sfavillante come un diamante puro, è un locale-vetrina, con pavimento e bancone in legno, soffitto blu pieno di stelle, tavolini rilucenti di nero, stoviglieria in porcellana bianca, menù color fucsia, grandi foglie verdi al posto delle tovaglie, dove si gusteranno pasticceria fresca, grandi macedonie, yogurt e drink d’autore, tra musica lounge e easy listening.
La guida di Piccinelli descrive il «Pearl» di via Panfilo Castaldi 4 (tel 02/65555497): «Si vede l’acqua che scorre sui vetri d’ingresso, il bancone curvilineo in cemento, bianco come colore dominante, i quadri artistici, le sedie rivestite e con dorso allungato. Due le sale in questo spazio dal design internazionale e dalla cucina rigorosamente italiana, per pochi coperti, da prenotare. Piccinelli cita anche il «3 Jolie» in via Fratelli Induno 1 (tel 02/89073340) tavoli e sedute importanti, fiammeggianti inserti di raso, tende, tappeti e pedane, salottini sfiziosi, ha anche un piacevole dehor antistante ed è meta di parecchi calciatori vip.
Secondo Piccinelli nella ristorazione è in voga la tendenza «Soul Dinner», che allude ai grandi temi biblici, sulla scia del clamoroso successo del Mystic di Atene: si sfoggiano candelabri tipici delle chiese ortodosse o pannelli di legno con incisi in aramaico i Dieci Comandamenti e si propongono piatti a base di cibi considerati sacrificali nell’antichità. I menù ispirati alla Bibbia stanno facendo furore negli Stati Uniti, anche grazie agli ottimi risultati di vendita del libro The Maker’s Diet, la Dieta del Creatore, scritto da Jordan S. Rubin, naturopata e uomo di fede, che invita a tornare a mangiare e vivere come i nostri antenati biblici, cibandosi con gli alimenti che il Signore ci mise a disposizione nella forma più pura. «Le Pecore» in via Fiori Chiari 21 (tel 02/875386) voluto dal pastore protestante del Ministero di Sabaoth ha coinvolto tutti i 300 membri della comunità, utilizzandoli per servire al banco, cucinare e partecipare alla gestione. «Teatro sperimentale e reading cristiani contribuiscono a movimentare la programmazione» aggiunge Piccinelli.
«Farenight», via Giuseppe Ferrari 10 (tel 02/36514435), ha meritato un «oscar del piacere»: da una parte si vede una cascata, la cui acqua confluisce in una sorta di fiumiciattolo, che scorre su un letto di ciottoli bianchi, dall’altra, una sorta di vulcano, celato in un camino tecnologico: due aspetti di una stessa realtà, per un ristorante spettacolo dove si mangia e si balla e terra, acqua e fuoco sono gli elementi che provvedono a dare un’anima a questo locale, scavato in una porzione di fabbricato a ridosso della ferrovia, tutto in bella mostra, racchiuso da un’unica vetrata.
Tra i locali che incuriosiscono, «Fioraio Bianchi Caffè» via Montebello 7 (tel 02/29014390), storico negozio di fiori, che si mette al passo con i tempi e inserisce bar e ristorante; tra bancone ligneo, riconversione di un pulpito del ’600 e tavolini parigini anni ’20. «Kineo», via Piero della Francesca 54 (tel.02/342627) anch’esso insignito dell’oscar del piacere, è una sorta di elegantissimo oyster bar su due livelli, total black, pareti marmoree e arredi in pelle capitoné, ha due camini (uno per piano) in cristallo e la vista sul giardino interno. Due passi fuori porta, poi, a «La Pirogue» di Castelletto di Cuggiono via al Ponte 10 (tel.02/97249154). È un american bar con cucina e grill, giardino affacciato sul Naviglio, con vista sul parco del Ticino.

Fra tende garzate e arredi coloniali, accanto al vecchio club di canoe, si gusta la carne cucinata sulla griglia e il carrello dei dolci fatti in casa. Dopo alcuni mesi di prova aperto ufficialmente a settembre il «Mi Marisol» di via Marconi 1 (tel.02/5460697) tipica posada latinoamericana.

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