«Tornano» i gioielli delle regine di casa Savoia

Realizzati da De Wan, sono le perfette riproduzioni dei celebri gioielli reali

Nel 150mo anniversario dell'Unità un ritorno gradito per gli amanti del bijoux: i gioielli delle regine di Savoia, firmati manco a dirlo dalla storica maison De Wan, fondata a Torino ma che vanta punti vendita in tutt'Italia e anche nella nostra città.
In una città di solide tradizioni come Torino, l'idea di ridare vita ai gioielli di casa Savoia e renderli accessibili a tutti, era forse nell'aria. Ma è solo nel 1992 che la De Wan decise di lanciarsi nell'operazione più impegnativa e al tempo stesso esaltante della sua storia: riprodurre i preziosi gioielli dell'Ottocento e farli diventare elementi di vita quotidiana, preziosi alleati del fascino delle donne che si affacciavano al terzo millennio.
La convinzione che la bellezza di quei gioielli, appartenuti a Regine e Principesse, avrebbe potuto contagiare anche le donne di oggi, ha alimentato e sostenuto molti mesi di ricerche e di studi. Tutto è iniziato, quasi per caso, con un invito del Generale Comandante dei Carabinieri al castello di Moncalieri. All'interno del castello era temporaneamente esposto il ritratto di Maria Adelaide d'Asburgo Lorena, moglie del primo Re d'Italia Vittorio Emanuele II; Rosalba De Wan, la disegnatrice dei bijoux della società, lo vide e ne rimase folgorata.
Del volto di Maria Adelaide colpisce innanzitutto l'espressione enigmatica e dolce, quieta ma al tempo stesso fiera. Un mento prominente ne irrigidisce appena i lineamenti, ma la luce che brilla nei suoi occhi rende il suo sguardo vivo, la sua espressione intensa. La carnagione è rosea, quasi pallida, gli occhi neri, liquidi e profondi, i capelli lunghi e ben raccolti sulla nuca sono accarezzati da un sottile velo bianco. Il naso è dritto e nobile, le labbra rosse, come due piccoli fuochi. Il ritratto si completa poi con due splendidi orecchini in brillanti con pendente di perla a forma di goccia, un delicato girocollo di perle con centrale in zaffiro e sul petto un'elegante e preziosa spilla, squisito intreccio di brillanti e perline impreziosito da due grandi zaffiri.
Figlia dell'Arciduca Ranieri di Asburgo Lorena, Maria Adelaide sposò nel 1842 Vittorio Emanuele II di Savoia, dal quale ebbe sette figli, tra cui Re Umberto. Roberto Gervaso la descrive come "pallida e dolce, vestita con sobrietà, pur possedendo un guardaroba sconfinato, composto da più di duemila capi e un numero imprecisato di gioielli". La Sovrintendenza ai Beni Culturali permise alla Società De Wan di fotografare il dipinto in dimensioni naturali e di eseguirne successivamente degli ingrandimenti sui particolari più interessanti.
Da quel momento, Maria Adelaide, la nobildonna che non è mai diventata regina perché morta prima che Vittorio Emanuele II fosse nominato Re d'Italia, ha seguito tutti i passi di Rosalba De Wan: il suo sguardo l'ha accompagnata e ne ha guidato la mano durante il disegno e la realizzazione dei principeschi bijoux.
Maria Adelaide ha dato origine alla collezione. Da lei e dal suo ritratto è iniziata una febbrile ricerca che ha portato allo studio dei gioielli indossati da generazioni di regine e principesse, dalla giovanissima Maria Teresa d'Asburgo Lorena Toscana, Arciduchessa d'Austria, figlia di Ferdinando III e Maria Luisa di Borbone delle due Sicilie, fino a Maria Josè del Belgio, ultima Regina d'Italia. Un lavoro tenace che è stato reso possibile dalla passione di Rosalba De Wan e dall'entusiasmo delle autorità della città di Torino.
Sono stati mesi di continue visite a castelli e dimore storiche, e poi lunghe sessioni di studio in biblioteca e nei musei, scatti fotografici, ingrandimenti, appunti, schizzi.
All'inizio del 1993 sono stati realizzati i primi prototipi di una collezione che oggi conta oltre centosessanta pezzi tra spille, collane, orecchini e bracciali, tutti prodotti a mano, uno a uno, con speciali e accurate lavorazioni artigianali.
Le pietre dei bijoux, che riproducono fedelmente i gioielli, sono realizzate con speciali impasti di vetro selezionati dai maestri di Murano: presentano colorazioni fedeli agli originali e sono tagliate con tecniche manuali derivate dall'antica arte orafa. Il corpo dei gioielli è invece realizzato con una lega inalterabile, studiata per dare l'effetto dell'oro antico: un brevetto esclusivo De Wan che permette di ottenere dorature opache molto resistenti e sorprendentemente simili agli originali.
Riprodurre gioielli antichi, soprattutto in mancanza degli originali, è un'operazione complessa, che richiede disciplina, molteplici competenze e tanta sensibilità. E' necessario studiare le antiche tecniche di lavorazione orafa per capire come potevano essere state tagliate e montate le pietre e realizzati i particolari del gioiello. Si tratta di un lavoro minuzioso: un misto di razionalità e di immaginazione, dove la creatività si fonde con lo studio della storia, il disegno con l'artigianalità. Bisogna poi considerare che si parte da una riproduzione pittorica del gioiello originale, cioè da un modello che è già frutto di una elaborazione artistica. Occorre dunque saper interpretare un'interpretazione e osservare ogni minimo dettaglio del dipinto, sovrapponendosi all'artista che l'ha realizzato.
I primi pezzi della collezione sono stati esposti nelle vetrine del negozio De Wan di via Roma, a Torino, all'inizio del 1993 e sono stati immediatamente accolti da un grandissimo entusiasmo.


I "gioielli" di casa Savoia sono apparsi sugli abiti delle donne più eleganti e in vista d'Italia, presentati molte volte in televisione, grazie anche ad un grande professionista dell'informazione come Bruno Vespa a "Porta a Porta" che ha presentato questa collezione ed ha intervistato Roberto De Wan chiedendogli notizie sull'origine di tali bijoux,
La collezione è stata esposta in numerosi musei, in occasione di prestigiose manifestazioni come ad esempio la grande esposizione internazionale voluta nel 1998 dal Re della Malesia intitolata "Regine sabaude e sovrani del Siam" e in alcune delle più significative mostre dedicate ai 150 anni dell'Unità d'Italia: al Palazzo Reale di Torino, alla Villa Reale di Monza, al Castello Ducale di Agliè, fino alla grande mostra al Palazzo del Quirinale in Roma, dal 22 novembre 2011.

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