Marcello Di Dio
Lallarme laveva lanciato appena due settimane fa: «Prendo tante botte, non mi alleno mai. Ho le caviglie a pezzi, temo per i Mondiali». Quasi una profezia quella di Francesco Totti, che di recente aveva mostrato alle telecamere i suoi piedi martoriati. La prova di tanti falli e calcioni subiti. Ieri il tackle di Vanigli gli è stato fatale: infortunio al perone della gamba sinistra con interessamento dei legamenti e subito sotto i ferri. Con il forte rischio che lItalia debba fare a meno di lui ai Mondiali tedeschi. «Aveva ragione Francesco quando si lamentava, arbitri e giocatori devono rendersi conto che non si possono rovinare così i campioni», lamaro commento dellamministratore delegato della Roma Rosella Sensi.
Totti è un patrimonio dei giallorossi, ma in generale del calcio italiano. Lo ha riconosciuto anche il bomber viola Toni che ieri gli ha fatto l«in bocca al lupo» così come i dirigenti dellInter, Roberto Mancini, Fabio Capello e il suo «nemico» laziale Paolo Di Canio, che domenica prossima non potrà affrontarlo nel derby. Il presidente della Lega Galliani gli ha addirittura telefonato. Dopo lo sputo a Poulsen nellultimo Europeo, Totti ha avuto la forza di risollevarsi e di maturare. Tanto che questanno ha accettato falli e provocazioni senza reazioni («ho capito che un atteggiamento così danneggiava solo me»). Merito di una condizione psicofisica al top. Insomma, prima dello stop forzato impostogli ieri, era il miglior Totti della carriera. E Lippi già gongolava al pensiero di avere tra i suoi leader il capitano della Roma. Ma il destino, perfido, era in agguato.
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