Traballa il rating del debito pubblico americano E i mercati vanno a picco: Piazza Affari -2,9%

Standard & Poor’s conferma il rating di "tripla A" degli Stati Uniti ma rivede l’outlook da stabile a negativo. I già deboli listini del Vecchio Continente hanno chiuso in rosso: a Milano il Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 2,92%, Parigi il 2,35%, Francoforte il 2,11%, Londra il 2,1%.

Traballa il rating del debito pubblico americano 
E i mercati vanno a picco: Piazza Affari -2,9%

New York -  Standard & Poor’s conferma il rating di "tripla A" degli Stati Uniti ma rivede l’outlook da stabile a negativo. Immediata la reazione dei già deboli listini del Vecchio Continente che, dopo la notizia proveniente da Oltreoceano, hanno iniziato a virare pesantemente in rosso. A Londra lo spot gold sale al massimo storico di 1.496,09 dollari l’oncia, mentre a New York il metallo prezioso è schizzato a quota 1.498 dollari segnando un nuovo record.

Traballa il rating sul debito Usa L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha abbassato il rating sul debito pubblico americano a "negativo" da "stabile". Il profilo fiscale degli Stati Uniti potrebbe diventare secondo l’agenzia "significativamente più debole" rispetto alle altre grandi economie se la crescita del deficit non sarà messa sotto controllo. Invariato, invece, il rating AAA sul debito pubblico. "Riteniamo che ci sia un rischio che i governanti Usa non trovino un accordo su come affrontare le sfide di bilancio di medio e lungo termine", afferma Standard & Poor’s.

Casa Bianca: "Giudizio politico" La Cssa Bianca e il Congresso sono d’accordo sulla necessità di intervenire sul bilancio degli Stati Uniti, e occorre "non dare troppo peso" a Standard & Poor’s il cui giudizio è "politico". In un’intervista alla Cnbc il presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, Austan Goolsbee, ha spiegato che la Casa Bianca non condivide la decisione. Goolsbee si è detto sicuro che un accordo a lungo termine sulla riduzione del deficit americano verrà raggiunto. Separatamente l’assistente del segretario al Tesoro americano, Mary Miller, ha detto che la revisione al ribasso dell’outlook sottostima la capacità degli Usa di far fronte alle proprie sfide fiscali.

Borse in progressivo peggioramento Chiusura in profondo rosso per le Borse europee.  I listini del Vecchio Continente, già depressi per le tensioni sui debiti sovrani dell’Eurozona, hanno appesantito le perdite nel pomeriggio dopo l’annuncio dell’agenzia internazionale di rating e l’apertura negativa di Wall Street. L’euro che ha chiuso in netto calo a 1,418 dollari. A Piazza Affari sono state ancora le banche le più vendute: Banco Popolare ha ceduto il 4,82%, Bpm, che si appresta a varare un aumento di capitale, il 4,53%, Mps, pronta ad un rafforzamento patrimoniale da 2,47 miliardi, il 4,21%. Pesanti anche Intesa Sanpaolo (-4,17%) e Unicredit (-4,16%). In forte ribasso anche le assicurazioni: Mediolanum -4,2%, Generali -3,97%.

La ristrutturazione del debito greco Il governo di Atene smentisce di aver chiesto all’Unione europea e al Fondo monetario internazionale, nel corso dell’ultimo Ecofin di Budapest, di ristrutturare il debito della Grecia. Rassicurazioni sulla sostenibilità del debito greco sono arrivate anche dall'Ue e dal Fmi con il presidente dell’eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che ha definito "totalmente infondate" tutte le voci di mercato su possibili interventi sulla Grecia.

Forti timori anche in Spagna La situazione è negativa anche in Spagna dove il tasso dei prestiti delle banche spagnole è salito di nuovo in febbraio, raggiungendo il livello più alto dal settembre 1995 al 6,19%, secondo i dati diffusi dalla banca di spagna.

Ulteriore forte ribasso dell’euro che è sceso sotto quota 1,43 dollari, arrivando fino a 1,4296 da un’apertura a 1,4374. Il brusco declino, dicono i cambisti, è causato da ulteriori timori in merito alla situazione del debito sovrano dei paesi periferici, Irlanda e Grecia in testa.

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