«Traffico» in aula, i processi slittano

«Traffico» in aula, i processi slittano

Piero Pizzillo

Tutto come da previsione (o quasi, perchè invero non avevamo previsto che l’ingresso di palazzo di giustizia sarebbe stato presidiato in modo pacifico dai manifestanti del «Genoa social forum», presenti l’ex portavoce Vittorio Agnoletto e il padre di Carlo Giuliani). Uno dei cartelli attaccati al collo dei no global portava a scritta: «Ripetutamente colpito da manganello». Per il resto l’udienza dinanzi alla terza sezione del tribunale presieduta da Renato Delucchi, che prevedeva, tra l’altro, l’inizio del processo ai 45 imputati (agenti e funzionari della polizia penitenziaria, della polizia di Stato, carabinieri e 5 medici), a giudizio per le presunte violenze fisiche e morali ai danni degli arrestati durante i disordini del G8 e portati nella caserma di Bolzaneto, si è svolta come da copione. Cioè nel caos, visto che erano ben 11 le cause all’ordine del giorno, di cui alcune di notevole interesse. vi era il caso urgente del commissario capo Massimiliano De Bernardini, accusato con altri 28 poliziotti per i fatti della Diaz, e la cui posizione era stata stralciata per motivi di salute. Il funzionario, rinviato a giudizio davanti alla terza sezione, è stato ieri «riunificato» ai colleghi e spostato alla prima sezione, dove domani vi sarà udienza. È stato poi rinviato al 26 gennaio il processo per le presunte tangenti pagate per la realizzazione di un complesso turistico all’isola d’Elba. Altro rinvio, al 9 febbraio, per «Verduropoli», il processo a carico di tre commercianti, difesi da Fabio Maggiorelli e Maurizio Tonnarelli, accusati di aver riscosso tangenti per l’assegnazione degli appalti all’ospedale San Martino. Parimenti sono stati rinviati due procedimenti, uno per corruzione e uno per concussione, e altri ancora, sino a quello, più importante, su Bolzaneto, che inizierà il 3 novembre (i difensori delle 240 parti lese hanno chiesto che i ministeri dell’Interno, Giustizia e Difesa, rappresentati in aula dall’avvocato dello Stato Giuseppe Novaresi, siano considerati responsabili civili, cioè chiamati a risarcire i danni).
Vi è rischio di prescrizione, la sentenza deve essere emessa entro gennaio 2009. Agnoletto dice ai cronisti che qualora le parti civili non possano aver giustizia in Italia, il Gsf ricorrerà alla Corte europea di Strasburgo. Il procuratore aggiunto Mario Morisani chiede di intervenire e dice: «Non ci possiamo illudere che questo processo arrivi in fondo, considerando i 3 gradi di giudizio (cioè sino alla pronuncia della Casazione). Ma il tribunale di Genova deve dare una risposta (entro gennaio 09) con una sentenza di primo grado che possa dire se quei fatti, che provocarono un impatto devastante sulla città, sulla società civile nazionale e internazionale sono avvenuti o meno. È una sentenza attesa dalla società civile». Secondo il magistrato si avrà bisogno di 200-250 udienze, che dovranno essere spalmate su poco più di tre anni, per non incorrere nella prescrizione.

Il presidente Delucchi ha risposto che il tribunale condivide le preoccupazioni della procura e che i tempi saranno rispettati. «Saremo collaborativi - ha detto uno dei difensori, Sandro Vaccaro - ma devono essere salvaguardate le nostre esigenze professionali».

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