Trani, Berlusconi "intercettato" ben 18 volte

Gli inquirenti hanno finto di non riconoscere l’interlocutore di Innocenzi (13 chiamate) e Minzolini (5). oggi arrivano gli ispettori di Alfano. In tutto 112 telefonate ascoltate. Il giallo dei finanzieri "prestati" all'Idv. Il paradiso degli 007: siamo il Paese più spiato al mondo. L'inchiesta di Trani non convince neanche il Pd

Trani, Berlusconi "intercettato" ben 18 volte

Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Sono circa un centinaio (112 per l’esattezza) le intercettazioni su cui si regge l’inchiesta della procura di Trani che ipotizza il reato di concussione per il premier Silvio Berlusconi e per il commissario dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni Giancarlo Innocenzi. Nell’indagine sarebbe indagato, ma sul punto c’è un giallo, anche il direttore del Tg1 Augusto Minzolini. Come noto, al centro del fascicolo assegnato al pm Michele Ruggiero (da sabato «affiancato» da tre colleghi: Fabio Buquicchio, Ettore Cardinali e Marco d’Agostino: il pm non avrebbe gradito) ci sarebbero presunte pressioni - mai peraltro andate in porto - per «oscurare» programmi tv invisi al capo del governo, da Annozero di Santoro a Ballarò di Floris. Di queste telefonate spiate dagli inquirenti, quelle che scottano di più sono diciotto. Ossia il numero di intercettazioni che riguarderebbero direttamente il presidente del Consiglio. Tredici di queste sono conversazioni telefoniche tra Berlusconi e Innocenzi, cinque vedono protagonisti, invece, Minzolini e il Cavaliere. Una ventina, inoltre, quelle tra il dg della Rai Mauro Masi e lo stesso Innocenzi.

I brogliacci sono già in mano al pm, presto arriveranno le trascrizioni integrali di queste chiacchiere che dovrebbero provare per la procura le pressioni per sedare o controllare programmi «scomodi», e sarebbero più frequenti e dal tono più agitato all’approssimarsi di puntate che vedevano al centro temi come il caso Mills o la vicenda Spatuzza. Quanto agli arrivi, oggi è il giorno degli ispettori. La procura di Trani, affacciata sulla cattedrale romanica di San Nicola Pellegrino, che ieri si è concessa un giorno di tregua sbarrando il portone, riceverà in mattinata la visita degli 007 di via Arenula, spediti dal Guardasigilli dopo la fuga di notizie sull’inchiesta, accolti da alcuni esponenti dell’Idv che protestano per l’iniziativa del dicastero della Giustizia. Il procuratore capo Carlo Maria Capristo invece ostenta tranquillità e parla di «indagine seria», mentre nei giorni scorsi Angelino Alfano aveva commentato con durezza le anomalie dell’indagine.

Il mandato ricevuto dagli ispettori riguarda la verifica sulla competenza territoriale (i fatti contestati avvengono tutti a Roma, e di certo nessuno a Trani), l’eventuale abuso nell’uso delle intercettazioni e nelle modalità di ascolto (gli inquirenti che avrebbero dovuto fermarsi di fronte alla voce del premier per chiedere l’autorizzazione, hanno fatto a lungo finta di non riconoscere di chi fosse quella voce inconfondibile che si lamentava con Innocenzi in più occasioni) e poi, appunto, la fuga di notizie che ha accelerato la discovery dell’inchiesta. Insieme agli 007 oggi in Puglia ci sarà pure il Guardasigilli.

Alfano aveva da tempo in programma la visita a Bari, dove è atteso per un sopralluogo in procura voluto dal capo dell’ufficio del capoluogo, Antonio Laudati. Solo un caso, insomma, che il suo arrivo coincida con quello degli ispettori del ministero di via Arenula. Ma non è escluso che nel corso della visita si tocchi il nodo-Trani. Mentre sul fronte procura potrebbero partire presto gli avvisi di garanzia per gli indagati, proseguono anche le attività di accertamento.

Domani toccherà a Michele Santoro presentarsi negli uffici giudiziari di Trani. Il giornalista verrà a mettere a verbale la sua testimonianza, a raccontare quelle presunte interferenze sul suo lavoro e su Annozero dal suo punto di vista.

E per lo stesso motivo, nei prossimi giorni i magistrati potrebbero voler interrogare altri protagonisti - loro malgrado - dell’inchiesta, a cominciare dalle vittime (mancate) del presunto tentato ostracismo, Serena Dandini e Giovanni Floris, per finire ad altri intercettati eccellenti, come il direttore generale della Rai Mauro Masi, che proprio nelle chiacchiere messe su nastro dagli inquirenti parla apertamente di pressioni da parte del premier.

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