Un tranquillo week-end pieno di bugie

Un mistero che da 13 anni attende di essere risolto, e che ora diventa un film: è la sparizione del Bambinello dell’Ara Coeli. La celebre statua, secondo la tradizione scolpita nel legno di un olivo del giardino di Getsemani e capace di guarire gli ammalati - virtù miracolosa che fino al febbraio ’94 sprigionava dalla cappella di Santa Maria in Aracoeli in cui era conservata -, è infatti la protagonista di Tode Tì, il cortometraggio di esordio di Valerio Esposito. Nella pellicola, che in 28 minuti condensa colpi di scena e atmosfere noir, Esposito (aiuto regista di Fausto Brizzi nel secondo episodio di Notte prima degli esami) immagina che una banda di criminali venga assoldata dalle forze dell’ordine per risolvere il caso, ottenendo in cambio la fedina penale pulita. L’ipotesi da cui muove l’autore, tutta personale, è che a commissionare il furto del Bambinello siano stati personaggi legati ai palazzi della politica e che, per arrivare a scoprire qualcosa, i criminali-investigatori debbano mettersi nelle mani di un intermediario. Sarà proprio il mediatore a condurli in una villa, sede di un’ambigua associazione, dove l’enigma verrà sciolto.
Si tratta di un modo per rendere omaggio a un pezzo di storia romana, quello rappresentato da una statua che, narra la leggenda, venne scolpita nel legno di una pianta del Monte degli Olivi da un francescano, e che riuscì ad arrivare in Italia scampando alla furia di una tempesta.

Girato tra villa Mazzanti, il quartiere Coppedè, il lungotevere dei Fiorentini e Settebagni, il film sarà presentato oggi alle 10.30 alla Casa del Cinema di Villa Borghese dal regista insieme col generale dei Carabinieri Roberto Conforti, il giornalista Alfredo Vaccarella e il presidente del Primo Municipio Giuseppe Lobefaro.

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