(...)Per i due pm dellaffaire Pennisi, Tiziana Siciliano e Grazia Pradella, lingresso in politica è una novità, non ricordo io, e neppure gli esperti di cronaca giudiziaria, altre loro invasioni di campo in questo ricco filone della giustizia. Sono però, entrambe le toghe, due bulldozer che non guardano in faccia nessuno, come ben si ricorda il magistrato Pietro Forno, allora del tribunale di Milano, costretto a chiedere il trasferimento dopo che si era visto ribaltare dalla Siciliano le accuse a un tassista accusato di pedofilia e di abusi sulla figlia di tre anni.
Pennisi è stato «tradito» da un imprenditore del settore edile che evidentemente gli aveva promesso una mazzetta (anzi glielha consegnata stando alle notizie emerse finora) e che, nel frattempo, lo ha denunciato.
Quello che mi domando è se è sempre necessario, e assolutamente utile alle indagini, effettuare certe operazioni, evidentemente concordate fra limprenditore, i pm e la Guardia di Finanza, proprio a due passi dalle elezioni regionali che non vedono coinvolto in prima persona Milko Pennisi ma che, evidentemente, possono pesare sulle elezioni.
Si obietterà che la giustizia deve fare il suo corso, che la giustizia non può tenere conto delle elezioni politiche o amministrative, soprattutto in un Paese dove di elezioni ce ne sono più di una allanno. Per carità, ci mancherebbe, tutto giusto, tutto sacrosanto.
Resta però sempre quellantipatica e fastidiosa sensazione che certe regole e certi comportamenti, giustamente inflessibili, valgano soprattutto per una parte politica. Qualora venissimo smentiti saremmo ben lieti di registrarlo.
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