Tre anni senza

Un giornalista deve saper ammettere le proprie sconfitte. Era il ferragosto del 2005 e me ne stavo all’Hotel Miramonti di Cortina con dei vicini di stanza invero rumorosi: Marina e Carlo Ripa di Meana. I mugolii e i sospiri femminili cominciarono la sera, durarono più o meno tutta la notte e il mattino dopo ancora proseguivano: incessanti, una costanza stupefacente. Il dettaglio è che a un certo punto mi affacciai alla finestra e vidi che Carlo Ripa di Meana in realtà era giù, ai giardinetti, stava portando a passeggio il cane: e però i mugolii e i sospiri, rigorosamente femminili, intanto continuavano. Ora, tre anni dopo, eccoti questa loro intervista a Libero piena di notizie importanti: Marina Ripa di Meana, negli anni Settanta, andava a battere per comprare cocaina al suo amante; Carlo Ripa di Meana, nello stesso periodo, si caricava in macchina un travestito che si chiamava Gianna; Marina, davanti a Chirac, diede un fenomenale calcio a Carlo e gli ruppe una tibia; lui era chiamato Orgasmo da Rotterdam ed è pazzo di Gianna Nannini.

Tutte informazioni preziose, e che però, mi hanno spiegato, in qualche modo erano note. Tranne questa, rivelata da lei: «A lui piacciono gli uomini, a me le donne». E lo scopriamo solo ora. A Cortina, tre anni fa, sfiorai lo scoop della vita.

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