da Milano
Sono addirittura dieci i testi che accusano don Pierino Gelmini. Alle sette testimonianze su cui poggia linchiesta della Procura di Terni se ne sono aggiunte, nei giorni scorsi, altre tre. Così, lindagine, ormai in dirittura darrivo, si allarga a ventaglio e gli investigatori incrociano nuove deposizioni.
Il piano di lavoro del Pm Barbara Mazzullo non cambia: alla ripresa di metà settembre, dopo le vacanze e la fine del periodo cosiddetto feriale, è altamente probabile il deposito degli atti e poi la richiesta di rinvio a giudizio di don Gelmini. Circola perfino lipotesi che il magistrato stia valutando se chiedere al gip un provvedimento che limiti la libertà dazione del fondatore della Comunità Incontro.
Intanto, uno degli accusatori esce allo scoperto, in unintervista alla Repubblica. Si chiama Michele Iacobbe, è un pregiudicato barese ed attualmente è detenuto nel carcere di Teramo. Iacobbe va giù piatto: «Io sono una vittima di don Pierino Gelmini, sono stato suo ospite e sono stato molestato più volte: mi toccava, palpava e io non potevo dire di no».
«Si tratta di fantasie non credibili», taglia corto Lanfranco Frezza, il difensore di don Pierino. In effetti qualche dubbio è più che legittimo se si ha la pazienza di scorrere il corposo curriculum di Iacobbe: a 19 anni, già devastato dalla droga e pronto a tutto, davanti al rifiuto dei genitori di dargli i soldi richiesti, reagì con furia: prima cercò di ferire la madre con una siringa; poi, disarmato, non si diede per vinto e versò una tanica di benzina addosso al nonno provando a dargli fuoco. In questo momento è in cella per una serie di reati, compresa lestorsione. Dunque, il minimo che si possa fare è maneggiare con grande cautela le parole dellex pentito e delle altre presunte vittime, passate più o meno per le stesse tempeste.
«No comment - se la cava Alessandro Meluzzi, il portavoce del sacerdote - oggi siamo in pieno silenzio. Lunica frase con cui sento di rispondere è tratta dal Vangelo di oggi: "Chi mi vuol seguire prenda la sua croce e mi segua"».
Ma per fortuna non ci sono solo le cattive notizie. Dalle colonne del settimanale Vita, don Antonio Mazzi prova a riannodare i fili del dialogo con don Pierino: «Caro don Gelmini basta guerre, ripensiamo lidea di comunità». Il riferimento è alle polemiche dei giorni scorsi: si è scoperto che don Mazzi era stato sentito dalla Procura di Terni, a proposito delle confidenze di un ragazzo che avrebbe subito le attenzioni di don Gelmini addirittura nel lontano 93. Ora don Mazzi tv prova a fare un passo in avanti e cerca di sfuggire allaccerchiamento della cronaca giudiziaria: «La tradizione educativa italiana è ricca e invidiabile, fatta di modelli diversi fra loro come lo sono Exodus e la Comunità Incontro; sfruttiamo lattenzione mediatica per rimettere sul tavolo un serio confronto su questa indispensabile forma di aiuto». Don Mazzi propone anche un modello: quello della Lombardia, dove sta nascendo una federazione di comunità.
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