I dinosauri, l'uomo di Neanderthal, il ghiaccio delle Alpi, le rocce delle Dolomiti, il Dna, zero gravity e il Maxi Ooh! Con una festa no stop di 24 ore, lo scorso 27 luglio è stato inaugurato il Muse, museo-icona dell'orgoglio trentino, contenitore versatile di scienza, natura e tecnologia (ma anche divertimento, gioco, esplorazione) che l'architetto Renzo Piano ha concepito come una montagna di vetro, legno e zinco (www.muse.it).
Cinque piani espositivi e un grande open space centrale, il grande vuoto di zero gravity, dove galleggiano sospesi gli animali delle Alpi e lo scheletro di una balena. E dove si affacciano tutti gli spazi tematici del museo: la terrazza panoramica; il piano +4 dedicato alle vette (con tanto di ghiacciaio); il +3 con il labirinto della biodiversità e la discovery room per i bambini che imparano ad apprendere usando i sensi; il +2 dedicato alle rocce, gli acquari, i rischi ambientali; il +1 con i laboratori dove i visitatori possono stampare gli oggetti in tre dimensioni, perdersi in una struttura a spirale che li accompagna nella preistoria, giocare con la Sos-Scienze of the Sphere, una palla magica che ti fa tornare bambino mentre ti mostra come si muovono le nuvole e i continenti. Poi c'è il Maxi Ooh!, il piano zero, con i dinosauri e i laboratori per i piccoli visitatori. E la grande serra tropicale in un edificio indipendente, da raggiungere attraverso un percorso «sotto» la cascata.
«È un museo pieno di allegria», precisa Renzo Piano. «Uno spazio sociale che mette insieme diverse componenti», gli fa eco il direttore del Muse, Michele Lanzinger. «Senza seguire obbligatoriamente un ordine preciso di visita si passa dalla preistoria alla globalizzazione, guardando e toccando gli oggetti, che qui non sono mai chiusi in teche di vetro, e parlando con i ricercatori all'opera». Nato dieci anni fa sulla carta e costato 70 milioni di euro (più altri 10 per la serra), il Muse, bello ed eco-compatibile («ci sono pannelli solari e sonde geotermiche che producono energia, continua il direttore), è l'ultimo, ma non l'unico gioiello culturale del capoluogo trentino.
Non a caso si trova accanto al cinquecentesco Palazzo delle Albere, sede locale del Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (www.mart.trento.it), che una decina di anni fa aveva catalizzato l'attenzione grazie all'inaugurazione di un secondo spazio espositivo firmato dall'architetto Mario Botta. Se il Muse stupisce, il Mart non sta certo a guardare.
Un'esperienza la mostra La magnifica Ossessione a Rovereto (fino al 2 febbraio 2014): 2.784 oggetti lungo un percorso di un chilometro, tutte opere della collezione del museo, che celebrano il compleanno dialogando con l'allestimento senza nessuna gerarchia espositiva.
E grande attesa per l'esposizione dedicata ad Antonello da Messina, sempre nella sede di Rovereto (5 ottobre-12 gennaio 2014), con tele straordinarie come il Ritratto d'uomo appena restaurato, il Salvator Mundi in arrivo dalla National Gallery di Londra o la Madonna Benson della National Gallery di Washington. A Trento, nel Castello del Buonconsiglio, il 10 agosto ha aperto Sangue di drago squame di serpente: scultura, pittura e archeologia per raccontare il mondo animale attraverso l'arte (c'è anche un dipinto di Tiziano proveniente dagli Uffizi). E dal 29 agosto all'8 settembre le due città si trasformano nel palcoscenico di Oriente Occidente, il grande festival della danza contemporanea e del teatrodanza, con i più importanti esponenti della scena internazionale.
In attesa dei grandi eventi del prossimo anno, anniversario della Prima guerra mondiale, rimane il tempo per piaceri ludici come le cene nei due ristoranti stellati di Trento, Lo Scrigno del Duomo accanto alla Cattedrale, con wine-bar e ristorante (www.scrignodelduomo.com, sui 65 euro il menu degustazione), e La Locanda Margon in collina (www.locandamargon.it, da 32 euro il menu di tre portate).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.