Troppi divorzi, ecco la tassa sulla fine dell’amore

Il premier Cameron la vuole introdurre per frenare le separazioni. L'accusa: serve solo a fare cassa

Troppi divorzi, ecco la tassa sulla fine dell’amore

David Cameron l’aveva detto: i Conservatori, se eletti, avrebbero legiferato in favore del matrimonio. Il metodo scelto, però, è certamente originale. Le coppie sposate con figli, infatti, potrebbero presto dover affrontare il pagamento di una «tassa» in caso di divorzio.

La misura - studiata per scoraggiare le separazioni e al tempo stesso finanziare il sistema che in Gran Bretagna gestisce e supervisiona l’affidamento e il mantenimento dei figli - verrà annunciata a giorni da Maria Miller, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Pensioni e portavoce del partito «Tory» in materia di politiche familiari.
«L’obbiettivo - ha detto al Sunday Telegraph una fonte governativa - è quello di convincere i genitori che il divorzio debba essere l’ultima soluzione possibile. Tutto il sistema deve essere poi rivisto in favore del concetto di famiglia». Secondo quanto rivelato dal domenicale vicino ai Tory, Miller dovrebbe chiedere una consultazione pubblica per trovare il modo migliore di tassare i «divorziandi».

Di certo la misura è controversa e non ha esattamente il sapore di un provvedimento liberale. Oltretutto, nel momento in cui il governo in carica sta varando misure contenenti tagli pesantissimi alla spesa sociale, la nuova tassa fa sorgere il sospetto che, al di là dello scopo «etico» dichiarato, ci sia soprattutto l’esigenza di turare le falle che si sono aperte nel sistema di welfare inglese a causa di una delle più dure manovre finanziarie nella storia del Regno Unito.

Il balzello, di fatto, andrà poi a favore della Child Maintenance and Enforcement Commission (Cmec), l’agenzia che supervisiona il lavoro della Child Support Agency (Csa), l’authority che supervisiona la gestione dei figli di coppie separate.
Il sottosegretario chiederà poi di trovare la giusta entità della nuova tassa - che verrà applicata al termine del contenzioso tra i genitori, quando lo Stato interviene per garantire gli assegni di mantenimento e il rispetto degli accordi di affidamento (visite in testa).
Una delle ipotesi prese in considerazione, dicono i bene informati della coalizione di governo, è quella di far pagare entrambi i genitori, così come capita quando si richiede un mutuo in banca.

In seguito però potrebbe intervenire un’ulteriore stretta alle spese del settore: ci sarebbe anche l’intenzione di arrivare all’abolizione della Cmec: l’agenzia paragovernativa è finita infatti da tempo nel mirino dei censori del Cancelliere, incaricati di trovare risparmi in tutta la pubblica amministrazione. I suoi compiti verrebbero trasferiti direttamente al ministero del Lavoro e delle Pensioni. I piani prevedono inoltre un maggior accento su forme di «intervento rapido» in caso di unioni a rischio di «esplosione».
Le coppie saranno dunque invitate a richiedere il sostegno di specialisti e misure cautelari extra verranno messe a disposizione per la protezione dei bambini.

Il pacchetto delle proposte, nota il Telegraph, incontrerà di certo il favore dell’ala radicale del partito conservatore, che a malincuore ha dovuto dire addio alla proposta elettorale di offrire sgravi fiscali alle coppie sposate o legate da unioni civili - i

Liberaldemocratici hanno infatti vietato l’iniziativa.

Sullo sfondo, dunque, s’intravede la ragione economica per l’introduzione della nuova tassa. Dalle casse della Csa mancano infatti all’appello circa 3,8 miliardi di sterline.

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