La truffa dei permessi di soggiorno

IL PIZZO Alcuni hanno chiesto di mettere in regola 47 persone. Per i documenti vogliono fino a 7mila euro

A giudicare dalle richieste che hanno inoltrato allo sportello unico per l’immigrazione della prefettura per l’ultima sanatoria (emersione del lavoro irregolare domestico, settembre 2009) i soggetti in questione possono appartenere a due sole categorie di persone: quelle con uno stile di vita principesco che obbliga a essere serviti e riveriti in sterminate magioni, o coloro che, seppur abbienti, sono condannati a far assistere decine di parenti anziani e a spendere cifre folli. In realtà questi uomini italiani - privati cittadini tra i 45 e i 60 anni, con una normalissima famiglia e normalissime entrate, tutti residenti a Milano e, nella stragrande maggioranza dei casi, incensurati - sono dei truffatori e dei favoreggiatori dell’immigrazione clandestina. Dopo essersi fatti pagare dagli stranieri irregolari dai due fino ai 7mila euro a testa sono disposti a falsificare buste paga e contratti di lavoro, dichiarandosi falsamente «bisognosi» di numerosi badanti e collaboratori domestici stranieri e inoltrando la richiesta di permesso di soggiorno. Uno di questi signori ha chiesto di assumere 47 persone. «L’articolo 1 della legge 102 del 2009, previa la certificazione medica che attesta la gravità di un handicap continuativo - ci spiegano in prefettura - specifica chiaramente che una famiglia non può presentare più di tre istanze per assumere badanti e collaboratori domestici. C’è chi ci prova a presentarne di più. A quel punto che, dopo aver rigettato le richieste in eccedenza con il decreto di inamissibilità, tutto passa agli investigatori che sottopongono il caso all’attenzione dell’autorità giudiziaria». Tra le 43mila richieste di permesso di soggiorno presentate all’ultima sanatoria al vaglio degli inquirenti ci sono anche le 28 istanze di un milanese, e le 9 richieste di un altro concittadino.

Nel novembre scorso i carabinieri del comando provinciale di Milano e la Guardia di finanza di Trieste, in un’inchiesta contro l’immigrazione clandestina coordinata dal pm Elisa Moretti, hanno arrestato 12 persone. Tra loro il capo dell’organizzazione Enrico Cilio, 79 anni, ex commercialista (nonché cognato) di Michele Sindona.

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