Truffa da un milione: arrestati giudice e avvocati

Falsificando gli atti, chiedevano denaro dal ministero della Difesa per presunte "riserve" (in realtà inesistenti) relative ad alcuni lavori edili eseguiti in passato. Coinvolti un ex imprenditore edile, sua moglie e i due figli, entrambi avvocati

Truffa da un milione: arrestati giudice e avvocati

Perugia - Magistrati e avvocati in manette. La polizia giudiziaria dei carabinieri di Perugia e della capitale ha arrestato un ex imprenditore edile, sua moglie e i due figli, entrambi avvocati, tutti residenti a Roma. Sarebbero quattro dei cinque arrestati dai carabinieri nelle ultime ore al termine di un’indagine che ha portato anche all’arresto di un giudice della Capitale. Falsificavano gli atti per chiedere denaro dal ministero della Difesa per presunte "riserve" (in realtà inesistenti) relative ad alcuni lavori edili eseguiti in passato.

Arresti a tappeto nella Capitale Associazione a delinquere e corruzione. Per questo sono stati arrestati su disposizione dell’autorità giudiziaria di Perugia, un imprenditore edile e un giudice onorario del tribunale civile di Roma, Giovanni Dionesalvi. Il libero professionista finito in manette si chiama Giampaolo Mascia. Insieme a lui provvedimenti cautelari sono stati emessi nei confronti dei figli, avvocati, Vittorio e Gianmarco, e la moglie Piera Balconi.

La ricostruzione dei fatti L'accusa contestata a vario titolo è associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Gli atti d’indagine erano già stati vagliati dal procuratore di Roma, Giovanni Ferrara che poi li aveva trasmessi per competenza al capoluogo umbro. L’inchiesta sarebbe nata da una denuncia prodotta dall’Avvocatura generale dello Stato su un contenzioso riguardante appalti tra il ministero della difesa e la ditta dell’imprenditore arrestato. Secondo quanto appreso, per gli inquirenti la famiglia Mascia avrebbe promesso e dato "utilità" al giudice onorario del tribunale capitolino di in relazione alla gestione di alcune esecuzioni immobiliari affinchè fossero ritardate o quantomeno non eseguite.

Una maxi truffa da un milione Falsificando gli atti, chiedevano denaro dal ministero della Difesa per presunte "riserve" (in realtà inesistenti) relative ad alcuni lavori edili eseguiti in passato. Dal gennaio scorso ad oggi, gli investigatori hanno quantificato un giro d’affari di un milione di euro. L’attività andava tuttavia avanti da anni.

Le indagini sono ancora in corso. Gli inquirenti sono alle prese con decine di migliaia di documenti da analizzare (per trasportare una parte di questo materiale cartaceo da Roma a Perugia è stato necessario l’utilizzo di un furgone).

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