Un ricordo lungo un Natale. Il sapore dolceamaro dei tempi che furono. Una fanciullezza filtrata dal racconto di un uomo ormai non più fanciullo. E che si trova a rievocare la sua povera infanzia di piccolo orfano, allevato da un anziana donna, la sua amica, in compagnia di un cagnolino, il vivace Queenay. Buddy, voce recitante di questa sorta di «come eravamo», restituisce freschezza alle pagine opache di una vita in chiaroscuro. Ricordi di tanti giorni di Natale vissuti nella solitudine. E nei preparativi. Nella gioia dei piccoli gesti. Di dolci cucinati con cura per le tavole dei vicini. Di abeti trapiantati dal bosco al giardino della casa. Delle sue decorazioni confortanti.
Buddy non ha più sette anni quando ripensa a quel Natale. Ormai la sua amica, Shook, ovvero la vecchietta che lo ha allevato, non è più al mondo e Buddy guarda miserevole l'ultima lettera della donna. Quella in cui racconta come è morto Queenay. E quanto si senta sola lei stessa. «Ricordo di Natale» (Donzelli, pp.62, euro 14) esce nel 1958 nel volume che prende il titolo da «Colazione da Tiffany», l'opera forse più celebre per cui Truman Capote è ricordato, grazie anche al film che da quelle pagine fu realizzato.
E proprio grazie a quel libro Capote si impose all'attenzione dei critici come uno dei grandi della letteratura americana contemporanea. Oggi è diventato un piccolo libro, corredato dagli splendidi e suggestivi disegni di Beth Peck che vanno a dar vita a un volume da collezione, ma nel contempo alla portata di tutte le tasche. Una fiaba per grandi e piccini che ricrea il clima di un Natale lasciando che il pensiero corra anche a quello, celeberrimo, del 1967, quando la struggente storia di questa amicizia senza tempo è diventata un classico in America, trovando riedizioni e adattamenti per teatro, cinema e tv.
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