Katia Noventa
Ci sono Evelina Shapira, la contessa Besozzi, Enrica Invernizzi, Rosiana Dompè, Silvana Pampanini, Gianna Serra, Giuliana Zincone, Eletta Polvani, Giuliana Brenner, la contessa Anna Cicogna, Marina Carraro, Marina Spaccarelli Bulgari, la marchesa Anna Casati Stampa di Soncino e molte altre. Tutte bellissime, elegantissime. Immortalate alla fine degli anni Cinquanta e Sessanta in occasione della Prima della Scala. Foto in bianco e nero seguite da immagini attuali della straordinaria collezione sulle serate di gran festa del «The Magic World of Curiel», il libro di Lella Curiel, la stilista per eccellenza della serata più importante del Piermarini. Nulla di nostalgico, il fermo immagine è su uno stile che si è andato perdendo negli anni. Le vippissime milanesi allora vestivano abiti firmati da Gigliola Curiel e oggi scelgono le mise raffinate di Lella, la figlia, che ha continuato su una strada già segnata. «Ho iniziato a lavorare con mia madre nel 1963. Ricordo un viaggio a Parigi per partecipare alla sfilata di Dior. Da lì un crescendo - racconta - Il libro ripercorre la nostra storia ma manca una terza parte. Nella prima si parla di mia mamma, nella seconda di me. Ci sono perfino i miei disegni. Dopo l'esame di terza elementare ricevetti in regalo una scatola di matite Caran d'Ache, con quelle tratteggiai i primi vestiti». Gigliola Curiel era nipote di una grande sarta, Ortensia, che vestiva l'alta borghesia mitteleuropea di Vienna. Buon sangue non mente. Nel 1945 Gigliola arriva a Milano con la piccola Raffaella, detta Lella; atelier e casa in piazza San Babila. «Dopo la grande guerra, mia madre partecipò alla rinascita della città e dell'Italia. Le sue toilette erano richieste dalle signore d'Italia e non solo per la Prima della Scala, tenendo presente che allora, di prime, ce n'erano due, il turno A e il turno B. Si fece conoscere per il curriellino, un semplice tubino nero, antesignana del little black dress. Negli ultimi 25 anni è stata Gigliola Junior a reinterpetare il curiellino, declinato in mille varietà, e che sarà l'oggetto del terzo libro». Lella è stata la pioniera della moda cultura. «La mia prima collezione del 1982 la dedicai a Balla, al periodo iridescente, poi continuai con i grandi maestri da Velasquez a Picasso a Schiele, Goya, Klimt, Depero, Van Gogh. Quindi dedicai le sfilate a scrittori come Victor Hugo o Proust e a Tchaikovski». Capace di esprimere il massimo nell'incredibile abito che apre il libro, un vestito rosso da gran sera che Lella ha creato in omaggio al Teatro d'Opera italiano: bustino in raso e ricamatissima crinolina in velluto di seta, con mille foglie dorate, la coppia di ballerini sul palcoscenico e i palchi in rosso e oro. L'abito ha richiesto 70 giorni di lavoro. Anche per l'inaugurazione del nuovo atelier milanese, in via Montenapoleone, creò capolavori. «Due abiti haute couture per dimostrare il valore della bellezza e della cultura dell'altissima sartoria». Si possono ammirare sfogliando «The Magic World of Curiel». Una moda e una raffinatezza che sono piaciute anche ai cinesi. Tanto da arrivare a un vero matrimonio tra Raffaella Curiel e il Redstone Group che fa capo a Mr Zhao. Da qui una new company con l'obiettivo di rilanciare il marchio a livello internazionale ed esaltare la couture, che fa parte del Dna della maison. «Saranno aperti 19 negozi entro la fine dell'anno prossimo e ne sono già stati inaugurati sette, tutti bellissimi».
Mr Zhao, amante della moda e del «made in Italy», già proprietario del marchio Giada, con vetrine in Montenapoleone, ha acquisito la maggioranza del brand di Lella Curiel che considera «un grande diamante incastonato in una montagna». Per Lella Zhao «è un imprenditore straordinario con una forte sensibilità per la couture». Mr Zhao, senza dubbio è rimasto folgorato da quattro generazioni di donne battagliere senza eguali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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