Istanbul - Oltre 100 mila persone hanno seguito il feretro del giornalista turco-armeno Hrant Dink,
ucciso venerdì scorso da un giovane ultranazionalista, fino al cimitero armeno di Balikli di
Istanbul, dove la salma è stata seppellita nel silenzio generale.
Dopo la sepoltura la folla commossa si è dispersa nel
massimo silenzio e ordine, mentre circa 6 mila poliziotti svolgevano il servizio d'ordine.
Il sacrificio di Dink potrebbe non essere stato vano: l'assassinio del giornalista turco potrebbe essere la base di un primo tentativo di dialogo tra
Ankara ed Erevan.
Tentativo sugellato dall'invito «storico» del ministro degli Esteri turco Abdullah Gul al
governo armeno a partecipare ai funerali, ai quali sono stati inviati l'arcivescovo della Chiesa
armena d'America, Khajag Barsamyan, il vice ministro degli Esteri Arman Kirakossian e il
rappresentante di Erevan all'Organizzazione per la cooperazione economica nel Mar Nero,
Karen Mirzoyan.
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