da Roma
È Silvio Berlusconi in persona a dare limprimatur alle politiche di rilancio del turismo in Italia che il sottosegretario delegato, Michela Brambilla, ha presentato ieri a Roma insieme al neo presidente in pectore dellEnit, Matteo Marzotto. Per il premier, che fa un blitz nella sala stampa di palazzo Chigi prima di andare a ricevere «con squilli di trombe» il numero uno dellAssemblea Generale dellOnu, Srgjan Kerim, oggi «il nostro turismo non pare adeguato dal punto di vista commerciale della ricettività». Berlusconi ricorda che «nei prossimi dieci anni è possibile raddoppiare le presenze» e questo grazie anche ad interventi mirati come la riduzione dellIva che «in alcuni Paesi è al 7 per cento». Non solo. La frammentazione degli enti che si sono fin qui occupati di turismo ha prodotto risultati negativi. Per questo, sottolinea il premier, è importante la creazione di «una cabina di regia centrale», di fatto «unazione forte e strategica» per far ripartire un settore che, negli anni Ottanta, vedeva lItalia primeggiare nel numero di presenze, contro lattuale «quinto, sesto posto nel mondo». Uno stato di malessere cui si lega anche «lipotesi recente di perdita della compagnia di bandiera» e che rappresenta un segnale «che tutto questo deve essere modificato andando nella direzione opposta». Una strategia che deve partire da un cambio di mentalità attraverso quella «iniezione di imprenditorialità» che la coppia Brambilla-Marzotto a giudizio di Berlusconi sarà in grado di assicurare. E se Marzotto si dice «al primo giorno di scuola», il sottosegretario Brambilla sembra avere le idee chiare sugli obiettivi dellindustria turistica italiana che «in cinque anni dovrà produrre altri due o tre punti di Pil andando oltre lundici per cento attuale». E con lEnit che «sarà il punto di cerniera tra la promozione turistica e il marchio made in Italy». Il tutto con gli occhi aperti sulla spesa perché, sottolinea, «per ogni euro speso dovremo attirare un nuovo turista straniero o trattenerne uno italiano». Una strategia che, pur avendo bisogno di una fase di rodaggio, ha già avviato una stagione nuova con il recente «patto tra Stato e Regioni». Con un primo risultato, lelezione condivisa dello stesso Marzotto, e con un risvolto ben più decisivo con gli accordi per la gestione degli «ingenti fondi comunitari» che a breve verranno destinati alle aree del mezzogiorno. Intanto, entro la fine del mese sarà pronto il decreto che rende omogeneo il criterio di classificazione degli alberghi e ristoranti.
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