Tutti in bici: "Più salute e meno smog"

Visto il successo triplicato il servizio "BikeMi" di noleggio bici. Nella prima mezzora l'uso è gratis. E presto le biciclette gialle arriveranno anche in periferia. La video-inchiesta di Del Vigo e Sacchelli

Tutti in bici: "Più salute e meno smog"

Milano – Accostare una tessera tipo bancomat a una colonnina, digitare un codice e prendere una bici. Non è mai stato così facile spostarsi a Milano usando i pedali. BikeMi è un servizio di trasporto pubblico che non teme scioperi e fa bene alla salute. Oltre che all’ambiente. Il Comune di Milano ha deciso di triplicare il bike-sharing. Presto le rastrelliere saranno 350, cinquemila le bici a disposizione. Verrà estesa la copertura del servizio anche alla periferia. La tessera costa 36 euro all’anno (dieci centesimi al giorno), ma si possono fare abbonamenti settimanali (6 euro) o anche solo giornalieri (2,5 euro). Per la prima mezzora di utilizzo la bici è gratis. Poi si pagano cinquanta centesimi per ogni mezzora successiva, fino a un massimo di due ore. In media vengono prelevate 2.500 biciclette al giorno. Ma il numero è destinato a crescere. Soprattutto con la bella stagione.

Chi è che usa le bici Secondo i dati il 67% degli abbonati a BikeMi risiede nel Comune di Milano, il 13% in provincia e il restante 20% viene da fuori. L’età media è sui 40 anni. Il 37,4% degli utilizzatori sono donne. Il servizio piace molto ai turisti stranieri. Così come avviene per altre importanti città europee BikeMi viene utilizzato dai turisti per godersi più da vicino la città facendo piccoli spostamenti. Le fasce orarie di maggior utilizzo sono due: tra le 8 e le 9 del mattino e tra le 18 e le 19. Per venire incontro alle esigenze di chi ama la “movida” il Comune ha deciso di estendere l’orario del BikeMi fino alle due di notte (sino al 31 ottobre).

Nuove rastrelliere fuori dal centro L’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Edoardo Croci, fa sapere che nella seconda fase del progetto BikeMi, che prenderà il via tra settembre e ottobre, saranno create 250 nuove stazioni con tanto di rastrelliere e biciclette. “Saranno collocate al di fuori dalla Cerchia dei Bastioni (al di fuori dal centro, ndr), in zone strategiche: fermate della metropolitana, stazioni ferroviarie, ospedali e luoghi di aggregazione”.

Un trasporto pubblico "alternativo" A Parigi il servizio di bike sharing si chiama Vélib (abbreviazione di vélo libre service). E’ stato lanciato nel 2007 e conta ventimila bici, con 750 stazioni automatiche. 10.000 bici e 1450 stazioni automatiche. Il Vélib – così come altri servizi simili sparsi in tutto il mondo – è stato attentamente studiato da Milano. Che poi, però, come rivela l’assessore Croci, “ha deciso di elaborare un modello proprio di bike-sharing, adattandolo alle caratteristiche della città.

Di fatto – prosegue Croci – il nostro è un sistema di trasporto pubblico alternativo a tram, metrò e autobus”. Alternativo non solo perché si base sui pedali – e le due ruote - ma soprattutto perché non inquina e fa bene alla salute.

- Guarda il video: Milano va in bicicletta - il bike-sharing all'ombra della Madunina

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