Tutti i capi «irrinunciabili» del dandy viaggiatore

La collezione D&G ripropone il mito degli indiani d’America

Paola Bulbarelli

Questo uomo viaggiatore (ma quanto viaggia!) deve avere per forza nel suo bagaglio da figo spaziale (quale sembra essere, almeno nel modo di agghindarsi) quegli accessori che lo distinguono dai comuni mortali. Uno: copriauricolari dell’i-pod d’oro bianco con brillanti di U-Chic di Stefano Dossola. Due: gli occhiali di Emanuele Filiberto (in auge più che mai). Tre: un completo da golf di Scappino (quello che ha inventato l’omonimo nodo della cravatta). Quattro: la giacca con asola rosso scarlatto di Aroldo Curzi (nipote di Enrico Mattei). «Bisogna differenziarsi», dicono tutti. Una sorta di coro con eco che fa capire quanto l’omologazione sia il peccato mortale. Si inizia con Andy Warhol (protagonista di Iceberg) e si finisce nella prateria di D&G di Dolce e Gabbana. Da una parte Paolo Gerani, stilista di Iceberg, continua il filone sport/moda che da quasi trent’anni differenzia il marchio e prende spunto da capi d’archivio: cotone cinzato, nylon sovratinto e lino finiscono in abiti bicolori e pure nella maglieria. Tutto sempre contraddistinto da grande allegria, stessa caratteristica di Frankie Morello, altro marchio del gruppo Gerani, dove da padrone la fanno gli anni Ottanta con felpe, canotte in triacetati, jeans, cappucci e bragoni da hip-hop e da rapper. L’America impazza: sia l’ America da artista e da sobborghi di Harlem, sia l’ America che spazia dall’Arizona al Nevada al Dakota. Quella D&G, insomma. Gli indiani ci sono tutti: dai Sioux agli Apache ai Cheyenne. Con le loro tradizioni (ricami di perline, frange su pantaloni e sacche, accessori con zanne e piume, stivali flosci di camoscio) e i classici materiali (pelli morbidissime, cotoni grezzi). Cui aggiungere i pezzi forti del baseball, del rugby e del basket. Nasce così l’Indian League con felpe arricchite di ricami e sneakers sormontate da scaldamuscoli scamosciati. Anche da Trussardi la pelle è tanto morbida da sembrare tessuto. Basta il blazer bianco in nappa plongé a dare il tocco in più.

Da abbinare al pantalone a sigaretta fino alla caviglia, alla camicia in garza e voile e da sostituire, eventualmente, con la giacca tuxedo blu. Toni più smorzati del solito da Enrico Coveri. Una collezione da ragazzo per bene che alterna polo e maglioncini in cotoni leggeri da mettere con jeans colorati abiti strong nelle tinte forti dei sorbetti.

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