Il "vaffa" di Del Debbio e la replica di Bottura: cosa è successo

Scintille a distanza tra Del Debbio e Bottura. L'opinionista della Stampa replica al conduttore Mediaset: "Dopo l’attenzionamento retequattrista, la quantità di insulti e minacce in privato è aumentata"

Il "vaffa" di Del Debbio e la replica di Bottura: cosa è successo
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La furia di Paolo Del Debbio nei confronti degli ultimi giapponesi difensori di Romano Prodi ha creato un cortocircuito a sinistra. Abituati ai salotti rossi dove le opinioni fanno fatica a distinguersi tra di loro, la voce fuori dal coro del conduttore di Rete 4 li ha scossi dal punto di vista intellettuale. Tra Massimo Giannini e Luca Bottura – i due obiettivi finiti nel mirino di Del Debbio - è il secondo che ha deciso di uscire allo scoperto e rispondere a tono.

L'attacco di Del Debbio

Ma facciamo un passo indietro. Lo scontro a distanza nasce dalle immagini che vedono il Professor Prodi tirare i capelli di una giornalista di Quarta Repubblica. Da qui la difesa a spada tratta dell’ex direttore della Stampa, Massimo Giannini e Massimo Bottura che, proprio sul suo profilo social, aveva accusato la reporter con il ritornello del “retequattrsimo” pronto a difendere il governo guidato da Giorgia Meloni. La risposta di Del Debbio non si è fatta attendere. In primis contro Bottura: "Volevo dire a tale Luca Bottura che ha scritto 'il retequattrismo', lo dica a sua sorella. Non esiste il retequattrismo. Se pensa che sia qualcosa che non va bene, se lo tenga per sé, perché non se ne fotte nulla nessuno di Luca Bottura. Proprio zero, zero”. Poi, a stretto giro, anche a Giannini: “Quell'altro piccolo genio di Massimo Giannini che dice: 'è ora di rispondere a questo giornalismo', come se lui fosse Letterman. Ma andate a fare in c*lo".

La replica di Bottura

Nel primo caso, però, Bottura ha deciso di rispondere al conduttore Mediaset. "Dopo l’attenzionamento retequattrista, la quantità di insulti e minacce anche in privato è aumentata esponenzialmente. È appunto quel che accade col retequattrismo. Naturalmente, non cambia nulla. Ma, diciamo, il teorema ha avuto una dimostrazione molto puntuale. Grazie a chi mi ha espresso vicinanza", accusa sul suo profilo l'opinionista de La Stampa. Ma non basta. La penna progressita ha passato in rassegna perfino i commenti negativi degli utenti sui social.

"Io li odio gli economisti dell'Illinois", aveva scritto Bottura a un utente citando i "nazisti" del film Blues Brothers. Oggi, riproponendo quel post, controreplica: “Salve Bottura, si ricorda di quando mi diede del nazista per aver spiegato il piano di aggiustamento di Milei? (Verso il quale non ho simpatia) Saluti". "Io però non sono responsabile della sua sindrome passivo-aggressiva. Consulterei qualcuno in grado di aiutarla", sottolinea Bottura. "Chi usa un linguaggio come il suo viene travolto da chi usa lo stesso linguaggio. Quelli come lei si chiamano odiatori, hanno sempre la verità in tasca e spargono proclami su tutti i social", scrive un utente.

"Grazie Gino, io ho usato quell’epiteto una volta sola in vita mia, verso uno squadrista radiofonico. E ho sbagliato. Per il resto, non credo proprio di appartenere alla genia cui lei mi iscrive. Un caro saluto”, conclude Bottura.

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