Il tempo è finito, Fazio e Littizzetto lasciano la Rai per Discovery

Il presentatore sceglie una nuova avventura "Non sono adatto per tutte le narrazioni". Il contratto con il colosso americano durerà quattro anni. Partenza prevista in autunno

Fazio e Littizzetto "Che tempo che fa"
Fazio e Littizzetto "Che tempo che fa"
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Il primo a lasciare la Rai della nuova epoca meloniana è Fabio Fazio. Da sempre uno dei volti della televisione pubblica schierati a sinistra più invisi all’area di centro-destra. Soprattutto all’ala leghista, tanto che Salvini ha subito twittato un «Belli ciao» che ha aperto una polemica nella polemica. L’annuncio è stato dato ieri da Discovery: il conduttore ha firmato un contratto per quattro anni. Chi vorrà lo vedrà da settembre sul canale Nove dove si porterà dietro anche Luciana Littizzetto e riproporrà un programma simile a Che tempo che fa. È evidente che il conduttore, volto storico della televisione di Stato, ha deciso di lasciare la sua casa madre dove era entrato quasi quarant’anni fa (li avrebbe festeggiati a ottobre) perché non gradito alla maggioranza politica che governa ora. Il suo contratto con la Rai sarebbe scaduto a giugno e nessuno si è mosso per rinnovarlo. Nè il precedente amministratore Carlo Fuortes che è stato “accompagnato” fuori dall’azienda, e quindi si è ben guardato da affrontare casi spinosi. Né i nuovi vertici che si insediano stamattina e cioè Roberto Sergio che sarà nominato dal cda - a meno di sorprese dell’ultimo momento - nuovo amministratore delegato e Giampaolo Rossi che diventerà nuovo direttore generale. Ufficialmente non potevano certo mettersi a trattare con Fazio non essendo ancora in carica ma certo se il «clima» fosse stato favorevole, Fazio avrebbe potuto aspettare e contrattare con i nuovi dirigenti.
Ma, certo, nessuno di loro si straccia le vesti.
Anzi, andandosene, il giorno prima delle nomine, evita di prolungare la manfrina. Il conduttore lo ribadisce con questa frase dettata poco prima di entrare in studio per la puntata di ieri sera (la terzultima su Raitre): «Non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni. Me ne sono reso conto e quindi continuò a fare serenamente il mio lavoro altrove».
I nuovi vertici avevano in mente di offrirgli programmi che virassero verso la sua capacità artistica, cioè più sull’intrattenimento come fece per esempio con Anima mia o Rischiatutto riducendo il numero di puntate di Che tempo che fa da sempre considerato troppo sbilanciato (buono con i politici di sinistra e duro con quelli di destra) e ridiscutendo anche il compenso personale che era di un milione 800 mila euro all’anno. Ma - sebbene a Fazio in assoluto non dispiaccia fare programmi di puro intrattenimento - non poteva accettare di farsi chiudere o ridimensionare la sua creatura più importante, “Che tempo che fa”, che realizza da vent’anni e dove ha intervistato grandi personaggi (da Gorbaciov a Bill Gates, da Maradona a Meryl Streep a Barack Obama) oltre ovviamente a un gran numero esponenti della cultura e del mondo radical-chic.
L’annuncio della scelta di lasciare la Rai ha scatenato un putiferio: tutto il Pd si è schierata a suo favore bollando la vicenda come una “epurazione”, come una “occupazione militare della tv di Stato” e come una “grande sconfitta per l’azienda”. Di certo la Rai perde un volto storico (ha presentato anche due Sanremo) che, alla domenica sera, portava un 12 per cento di share. Ora non sarà così facile rimpiazzarlo e raggiungere in breve tempo gli stessi risultati di ascolti. Sarcasticamente Maurizio Gasparri ha proposto di mettere al suo posto una sua immagine fissa.

In ogni caso i nuovi dirigenti Rai non ci stanno a passare per tagliatori di teste tanto che oggi dovrebbero per esempio annunciare la conferma di Report e di Cartabianca.
Del resto, Fazio sarà più libero di muoversi e sarà molto più sereno a Discovery dove andrà anche a guadagnare più di adesso. Anche se lui avrebbe voluto chiudere la sua carriera dove ha cominciato.

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