Marco Pirola
Ha studiato tutto nei dettagli. Senza tralasciare nulla, pignolo come sempre. Claudio Giussani, 41 anni, piccolo imprenditore di Bellinzago Lombardo, in provincia di Milano, al confine con la Bergamasca, voleva uccidere e morire lui stesso. Ha atteso il primo pomeriggio di ieri, quando i figli erano fuori casa, da quellappartamento di via Padana superiore 48 dove erano nati e sono morti i suoi sogni. Il più grande dei bambini, nove anni, nato dal matrimonio della donna con il marito morto sette anni fa in un incidente, era alloratorio feriale con il parroco e gli amici di sempre. Il piccolo di soli due anni, nato proprio dalla relazione tra Giussani e la compagna, era affidato alle cure della baby sitter che lo accudiva, mentre la madre lavorava.
Luomo ha attirato la sua vittima con il pretesto di un assegno da cambiare. Rosa Vimercati, 45 anni, si è affacciata sul pianerottolo e sono partiti i colpi mortali. Quattro. Tutti alladdome, sferrati con rabbia e un lungo coltello a serramanico. Unarma «che - ha spiegato Alfonso Manzo, colonnello dei carabinieri di Monza - luomo aveva preso a casa dei suoi genitori. Vuol dire che era partito proprio per ucciderla». La donna è morta dissanguata, quasi subito, senza poter chiedere aiuto.
Poi Claudio Giussani non si è scomposto più di tanto. Ha afferrato una corda telata, che si usa per imballare la merce, l'ha legata a una trave del ballatoio interno della palazzina a due piani e, dopo essersela legata al collo, si è lasciato cadere nel vuoto da un tavolino. La tragedia è stata scoperta da unamica di Rosa Vimercati che andava a farle visita. La donna ha visto Giussani impiccato al ballatoio e ha immediatamente chiamato il 118.
Una visione agghiacciante che si è ingigantita allarrivo dei carabinieri di Cassano DAdda che hanno ritrovato il corpo senza vita della donna riverso in un lago di sangue. Morta. Non cera più nulla da fare per loro, se non tenere a bada la folla sempre più numerosa. I verbali di rito e poi è stato tutto un accorrere di curiosi e conoscenti del piccolo paese a due passi dal fiume Adda. La casa di corte si è ben presto popolata mentre i parenti si preoccupavano di portare il più lontano possibile i figli ancora ignari della tragedia familiare.
La coppia pare fosse in crisi. Giussani, da qualche tempo, era tornato a vivere insieme ai genitori e la compagna stava per chiedergli di smettere la collaborazione anche nel lavoro. Lui, quarantenne dinamico, era titolare di una piccola impresa di giardinaggio e pulizie che lavorava nei paesi della zona sino al confine con Vimercate. Gran lavoratore, simpatico con tutti, si era dato molto da fare nel suo lavoro ed era riuscito ad arrivare allindipendenza economica facendosi anche un nome nel proprio settore. Lei, invece, gestiva un laboratorio per la realizzazione di cavi elettrici. Un lavoretto per conto terzi che le consentiva di mantenersi in maniera più che decorosa.
La palazzina ristrutturata allinterno di una corte era diventato il suo punto di riferimento. Da quando si era ritrovata con Claudio Giussani e si era ricostruita una vita non solo sentimentale.
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