La pallottola recapitata a monsignor Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, non è assolutamente da prendere sotto gamba. Né questa né le minacce di morte precedenti. Lo sarebbero, forse, se non si respirasse, in Italia, almeno da due anni, dal tempo del referendum sulla procreazione assistita, un clima pesante con episodi di vera e propria intolleranza nei confronti della gerarchia cattolica, Papa compreso. Ma non è così. Purtroppo.
Il Giornale ha difeso spesso il diritto di parola dei vescovi italiani anche durante la presidenza del cardinale Camillo Ruini. Spesso ci si è trovati davanti a delle critiche che non erano indirizzate al contenuto di quello che dicevano i vescovi ma al fatto stesso che i vescovi parlassero. Su questioni etiche avrebbero dovuto tacere perché così avrebbero rispettato la laicità dello Stato.
In questo clima creato da affermazioni sbagliate, da concezioni sbagliate, certamente questi fatti che hanno riguardato il presidente della Cei, non c'è da stare allegri. Altrimenti, vi sembra possibile che discutendo sui Dico si possa arrivare alle minacce di morte? Evidentemente questi presunti terroristi vogliono colpire la sua vita, la sua esistenza, più che i contenuti che esprime. È l'esistenza di Bagnasco che deve essere eliminata, più che la sua parola.
Ma perché tutto questo? La storia è vecchia. Almeno dal '68 in poi. L'obiettivo è l'annientamento di tutto ciò che è considerato un ostacolo alla instaurazione sulla terra di un’utopia mai precisata nei suoi contenuti positivi, ma molto precisa e feroce negli obiettivi da distruggere. La estrema banalità della categoria di tutto ciò che è borghese unitamente a tutto ciò che è capitalistico (e globalizzato), alla fine, è il pugno di mosche che rimane in mano a chi voglia approfondire il pensiero di questi signori. Niente di più. Ma questo deve costituire un motivo in più di preoccupazione. Perché tanto meno le proprie idee possono reggere al confronto con gli altri e alla razionalità, tanto più chi le pota avanti diviene violento.
L'ingresso a pieno titolo della Chiesa cattolica e dei suoi pastori negli obiettivi terroristici rivela la voglia distruzione e di annichilimento totale che arriva fino alle radici di un popolo. Combattere contro la Chiesa significa combattere contro le radici del popolo italiano. Distruggere tutto, fin dalle origini. D'altra parte, due anni fa, nelle scelte referendarie per la procreazione assistita, il popolo italiano si trovò - diciamo così - più d'accordo con la Chiesa che non con gli altri. Ma questo non conta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.