Francesco Kamel
da Roma
«Sono intimamente convinto che possiamo vincere e anche con un grande margine. La cosa che dobbiamo evitare è che questa maggioranza sia bacata all'interno, che ci sia una metastasi interna alla coalizione». È il forte richiamo allunità che Silvio Berlusconi ha rivolto agli alleati nel giorno dellassemblea costituente del partito unitario del centrodestra. Ma il premier ha parlato a tutto campo. Oltre al monito agli alleati, ha rivendicato l'idea del nuovo partito anche se, per motivi «tecnici», lo ha rinviato al dopo elezioni. Ha difeso la riforma proporzionale («sarebbe una legge onesta»), assicurando comunque un intervento su quella attuale («eliminando lo scorporo»). Poi ha preso di mira Prodi e ha contrattaccato sulleuro («bisogna ricordare di dire che si tratta dell'euro di Prodi»). Infine, ha protestato contro una certa propaganda della sinistra: «Questi signori ritengono normale qualsiasi azione per delegittimare e ridicolizzare».
Partito unitario. È un progetto nato «dopo che abbiamo verificato sul campo che con tanti sacrifici e con molti compromessi abbiamo tenuto insieme la maggioranza e il governo per l'intera legislatura». Berlusconi apprezza il manifesto dei valori (predisposto da Ferdinando Adornato) perché «è una base corretta per la nostra carta d'identità» ma ha rimandato tutto a dopo le elezioni. Nel caso in cui la Cdl si presentasse con un solo partito perderebbe dal 10% al 13% dei voti. Pertanto il premier si è convinto «che tutte le componenti della Cdl devono presentarsi con il proprio simbolo» anche perché gli anziani «se non capiscono bene cosa votare, non votano.
Proporzionale. Berlusconi ha difeso nel metodo e nel merito la riforma elettorale: «Siamo assolutamente in tempo. Tutta l'esperienza repubblicana ci insegna che le leggi elettorali sono state cambiate a fine legislatura». Ha poi assicurato che «se non ci sarà la possibilità di approvare la riforma» comunque «dovremo introdurre dei correttivi sulla legge presente che è una delle poche che unisca insieme il maggioritario e il proporzionale». In particolare, «ha in sé dei sistemi, come lo scorporo, che devono essere assolutamente modificati». Il Cavaliere ha comunque ribadito la sua disponibilità: «L'Udc ha fatto una proposta che va accolta con rispetto da parte di tutti». E ancora: «Abbiamo accettato di discuterla convinti come siamo che sia una norma che può avere in sé ciò che deve avere una buona legge elettorale: rappresentare la volontà degli elettori, mantenere il bipolarismo e dare garanzie di governabilità».
Elezioni. Il premier è ottimista sulle prospettive della Cdl: «Abbiamo le carte in regola per vincere» e i sondaggi confermano che «con tutto quello che abbiamo combinato, siamo alla pari con la sinistra, 48,3% noi, 48,3% loro». Berlusconi è apparso determinato («non ho mai perso una guerra in vita mia») e ha preso di mira Prodi, accusandolo di «dire cose di una futilità, banalità e vecchiezza assolute». Per il premier, dopo Cernobbio, «anche gli avversari hanno detto che ho ribaltato i suoi argomenti». Per questo «sono sicuro di mettere sotto Prodi e spero di avere mille confronti televisivi con il leader dellUnione». Fiducia che nasce dal confronto con una sinistra che «sa solo delegittimare e ridicolizzare i suoi avversari». Invece, dice Berlusconi, «noi non abbiamo mai rubato, mai messo le mani nelle tasche degli italiani. Non abbiamo mai aumentato le tasse, semmai le abbiamo ridotte. Non abbiamo mai usato la giustizia contro gli avversari. Né abbiamo mai usato contro di loro un'arma del potere. Né abbiamo mai avuto a Palazzo Chigi una merchant bank». Per Berlusconi, dalla parte del governo, c'è il lavoro svolto: «Secondo l'università di Siena abbiamo realizzato l'80% del programma e, se vengono portati a termine i provvedimenti in discussione al Parlamento, ci avvicineremo al 100% del programma più esteso». Inoltre, Berlusconi ha parlato del «motore azzurro» spiegando che nella macchina organizzativa ci saranno «i cervelli migliori di tutti i partiti della Cdl» che «diranno ai candidati quali sono le iniziative da fare per poter comunicare meglio agli elettori».
Economia. Il premier si è difeso e ha contrattaccato sull'economia. «Essendo stato povero e sapendo cos'è la povertà so cosa significa non arrivare a fine mese». In Italia, però, «si vive con una qualità della vita superiore a quella degli altri Paesi dell'Unione» e «l'economia non va così male come si sente quando si apre la tv o si leggono i giornali». Comunque, per Berlusconi «non c'è nulla che il governo avrebbe potuto fare e non ha fatto per il rilancio dell'economia». E ha sottolineato i «tre fenomeni che condizionano tutte le economie e in particolare la nostra»: l«ipervalutazione dell'euro», l'«ipercosto del petrolio» e la «globalizzazione dei mercati mondiali». A quel punto è partito il contropiede: «È chiaro che l'euro ha fatto un'incursione nel bilancio familiare, ma non è colpa nostra. Quel cambio lì lo ha voluto il precedente governo di Prodi».
Gli alleati. Il premier lancia messaggi soprattutto agli alleati. A cominciare dalla leadership: «Sono l'unico che sa tenere insieme la Lega con gli altri». Se ci fosse il tanto invocato passo indietro «consegneremmo l'Italia alla sinistra» e comunque «non c'è nessuno in Forza Italia e altrove che sia in grado» di prendere la leadership. Dopo la premessa, lavvertimento: «Un giorno o l'altro esploderò e quando vedrò che la mia immagine non corrisponde più alla realtà» sulla base di quello che viene detto di me «esploderò e dirò o con me o fuori». Berlusconi si è detto «convinto» della vittoria «ma dobbiamo evitare che ci sia una metastasi nella maggioranza, se c'è non si vince». Il premier ha poi precisato che non si tratta di un ultimatum: «Il mio non è stato un altolà agli alleati ma un appello all'unità. Ho usato un termine forte come la metastasi perché solo con l'unità si vince. Voglio che si eviti ogni divisione».
Propaganda. Berlusconi ha duramente criticato l'opposizione «capace solo di screditare e di ribaltare la realtà». Il premier ce l'ha con Raitre e in particolare con il programma satirico Superstoria.
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