Washington - Nonostante la ripresa economica stenti ancora i sondaggi vedono Barack Obama in netta risalita per le presidenziali del 2012. Beneficia, in termini di consensi, della cattura di Bin Laden. Gli Usa arrancano ma, salvo clamorose novità, appare difficile che decidano di voltare pagina mandando a casa il primo presidente afroamericano della loro storia. La partita, però, è tutta da giocare. La prima sfida, per i repubblicani, è trovare uno sfidante in grado di fornire un'alternativa credibile. E che possa trasmettere, al Paese, il senso di un possibile cambiamento di rotta. Quell'ingrediente magico che Obama seppe trovare, racchiuso nello slogan "Yes we can". Trovare uno sfidante all'altezza non è facile: storicamente in America ci si affida alle primarie, il meccanismo con cui sono i cittadini, mediante apposite elezioni, a scegliere il candidato ufficiale del partito. Una libera competizione che costa molti soldi e un enorme sforzo organizzativo, ma garantisce, al contempo, la massima democrazia (dal basso), al di fuori delle burocrazie dei partiti. Scontata la ricandidatura di Obama per i democratici (in quanto presidente uscente che corre per il secondo mandato), la partita si gioca in casa repubblicana. Dopo il ritiro dalla corsa del miliardario Donald Trump, per ora si va delineando una sfida a tre: Mitt Romney, Newt Gingrich e Sarah Palin. Ma non è escluso che spunti qualche altro nome...
La corsa di Romney L'ex governatore del Massachusetts ci aveva già provato la volta scorsa, sfidando John McCain. Ora ritenta. Ha annunciato formalmente la sua candidatura alla Casa Bianca per il 2012. L'annuncio è stato fatto nel New Hampshire, stato cruciale per la sua strategia elettorale. Mitt Romney, che ha definito Barack Obama un traditore e si è proposto come valida alternativa, ha detto che se venisse eletto porrebbe un freno alla spesa di Washington e rimetterebbe il Paese in carreggiata verso la ripresa economica. Come sua priorità, Romney ha indicato che vorrebbe fare dell'America il maggior "creatore" di posti di lavoro al mondo.
Punta tutto sull'economia Romney non fa mistero di voler puntare tutto sull'economia e il lavoro. Intende denunciare il fatto che, dopo tre anni di presidenza, Obama non sia ancora riuscito a tirare il paese fuori dalla crisi. Lui invece, grazie a una vita passata nel settore privato, vuol convincere gli americani di essere la persona oiù adatta a "guidare la ripresa". L’attacco di Romney inevitabilmente sarà anche sul deficit pubblico: con Obama il governo spende il 40 per cento del prodotto interno lordo mentre con una sua presidenza verrebbe posto un tetto del 20 e il bilancio in pareggio.
Crociata contro la riforma sanitaria Un altro tema caldo della campagna elettorale sarà, come la volta scorsa, la riforma sanitaria, approvata nel 2009 e definita, con disprezzo, "Obamacare" o "sanità Obama", accusata di statalismo e costi eccessivi. Romney, ovviamente, promette di abrogarla. Paradossalmente questo potrebbe essere, per lui, un tallone d’Achille: al governo del Massachusetts, infatti, Romney ha approvato una riforma della sanità locale non troppo diversa da quella di Obama. E questo, giocoforza gli ha provocato forti critiche dal Tea Party, il movimento ultraliberista che si ispira alla rivolta antitasse del Boston Tea Party.
La sfida di Newt Gingrich Dal 1995 al 1999 ha ricoperto il delicato ruolo di speaker della Camera. L'autore del "Contratto con l'America" (per cui ottenne la copertina del Time come Uomo dell'anno nel 1995) è uno dei massimi dirigenti del partito repubblicano ed è considerato un elemento di spicco dell'opposizione di destra all'Amministrazione Obama. Dopo aver abbracciato, nel 2009, la fede cattolica, tenterà di ottenere la nomination del Gop per la sfida allo "statalista" Obama. Pochi giorni fa su Facebook e Twitter ha annunciato la sua candidatura. E in un video pubblicato sul suo sito e sul suo canale YouTube, Gingrich afferma di volersi candidare perché “possiamo far sì che in America ritornino la speranza e l’opportunità, una piena occupazione, una reale sicurezza, un programma energetico americano e un bilancio equilibrato”.
Sarah Palin riparte in moto L'ex governatrice dell'Alaska si è fatta vedere in giro, accompagnata dal marito e dalle due figlie, vestita di pelle in sella ad una Harley-Davidson, in occasione del maxi raduno motociclistico Rolling Thunder del Memorial Day, in onore dei veterani del Vietnam. Ufficialmente non ha ancora sciolto l'ultima riserva sulla sua candidatura, ma è difficile credere che la beneamina del Tea Party non intenda riprovarci. E questa volta non da vice. Dopo aver raggiunto Washington a bordo della moto partirà sul pullman "One Nation", che girerà gli Stati Uniti per celebrare la storia e i valori americani.
Un'altra donna potrebbe correre Ufficialmente la deputata del Minnesota Michele Bachmann è amica - e alleata - della Palin.
E, come lei, è molto amata dal Tea Party e risulta uno dei volti più apprezzatida Fox News, emittente televisiva dichiaratamente schierata a destra. Tra le due donne, però, non è tutto "rose e fiori". Potrebbero correre l'una contro l'altra... e annullarsi a vicenda a vantaggio di un uomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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