Usa, sì al piano anti default Obama: "E' solo il primo passo"

Via libera del Congresso Usa all'intesa bipartisan sull'innalzamento del tetto del debito pubblico Usa. Obama firma subito il testo della norma, ma avverte: "Abbiamo evitato una catastrofe economica- La legge per evitare il default degli Stati Uniti è un primo passo, ma i partiti devono lavorare a un piano più ampio". Oggi i senatori hanno approvato la norma con 74 sì e 26 no, mentre ieri sera il via libera della Camera era arrivato con 269 voti favorevoli e 161 contrari

Usa, sì al piano anti default 
Obama: "E' solo il primo passo"

Washington - Via libera definitivo all'intesa bipartisan sull'innalzamento del tetto del debito pubblico Usa non dà una mano ai mercati. Il sì è arrivato con il voto al Senato, dopo quello alla Camera di ieri sera. I senatori favorevoli sono stati 74, quelli sfavorevoli 26. Ieri sera la proposta di legge è passata con 269 si e 161 no, ben oltre la maggioranza di 216. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Barack Obama firmerà il testo della norma non appena sarà arrivato sulla sua scrivania.

Obama: "Solo un primo passo" Nonostante la soddisfazione per il raggiungimento dell'accordo, il presidente Usa è cauto e ricorda che questo "è il primo passo, le parti dovranno lavorare ad un accordo più ampio, non si può ridurre il deficit solo con i tagli, sono necessarie riforme fiscali affinchè i più ricchi e le corporation paghino la loro parte". Con un breve messaggio dal Rose Garden, Obama ha la "frustrazione della gente per quello che è successo in questa città" tutta assorbita dal dibattito sul debito. Ma in ogni caso ha sottolineato come questo accordo - che già nei giorni scorsi Obama ha definito incompleto e non soddisfacente - "ci permette di mantenere investimenti chiave nell’istruzione e nella ricerca e di non tagliare troppo briscamente quando l’economia è ancora fragile".

Cosa prevede il piano L’accordo raggiunto prevede due fasi. Nella prima, il debito viene alzato di 900 miliardi di dollari, a fronte di 917 miliardi di tagli alla spesa. Nella seconda, una commissione bipartisan dovrà individuare altri tagli per circa 1,5 trilioni, e in cambio il debito verrà alzato ancora della stessa cifra. Se per la fine novembre non ci sarà un accordo in commissione, entreranno in vigore riduzioni della spesa automatiche per 1,5 trilioni, divise a metà tra i programmi sociali e la difesa.

L’accordo sembra non preoccupare gli investitori che, invece, sono sempre più convinti di un downgrade del debito pubblico americano da parte delle agenzie di rating. A preoccupare anche una crescita economica sotto le attese.

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